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Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?

XXII domenica T.O.

Parole chiave: commento al vangelo (239)
Purificare il nostro cuore

Dal vangelo Mc 7,1-8.14-15.21-23

In quel tempo, si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme.
Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate – i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti –, quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?».
Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaìa di voi, ipocriti, come sta scritto:

“Questo popolo mi onora con le labbra,
ma il suo cuore è lontano da me.
Invano mi rendono culto,
insegnando dottrine che sono precetti di uomini”.
Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate
la tradizione degli uomini».
Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro». E diceva [ai suoi discepoli]: «Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo».

 

Riprendendo la lettura del Vangelo di Marco, siamo posti di fronte a questa domanda: che cosa è puro e cosa impuro? È un quesito che sorge all’alba dei tempi assieme all’uomo: sin da sempre l’umanità ha associato certe pratiche, certi gesti o certi oggetti all’ambito del sacro, di ciò che è in qualche modo separato dal mondo o che può essere reso tale. Dove sta allora la fregatura? Che ad essere catalogate come pure o impure sono sempre state le cose che stanno fuori dell’uomo, che non ci toccano dentro. Gesù, invece, come suo solito ribalta di colpo la situazione: il confine tra puro e impuro non sta fuori dell’uomo, in ciò che lava o in quello che mangia, bensì è all’interno del suo cuore, del suo essere profondo. Se vogliamo veramente vedere il Signore e ascoltare la sua parola, ecco che allora abbiamo bisogno di purificare non le stoviglie o i letti, quanto piuttosto tutto il nostro essere, cioè il nostro cuore.

Purificare il nostro cuore
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