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Campo di battaglia

La valutazione della Commissione CEI

Parole chiave: film (102)
Il film di Gianni Amelio

Italia 1918, a poche settimane dalla fine del conflitto in un ospedale militare si trovano a operare due medici ufficiali, Stefano e Giulio; con loro anche l’infermiera Anna, collega di università che però non ha completato gli studi perché ostacolata in quanto donna. I tre passano le giornate a esaminare pazienti, a curare ferite. Il mondo intorno si sfalda, tra sofferenze, paure e assenza di futuro…

Valutazione Pastorale

Ricorda non poco “Niente di nuovo sul fronte occidentale” - struggente romanzo denuncia di Erich Maria Remarque, che nel 2022 è stato adattato nuovamente al cinema da Edward Berger - “Campo di battaglia”, l’ultimo film di Gianni Amelio, maestro del cinema italiano (suoi “Lamerica”, “Le chiavi di casa”, “La stella che non c’è”, “Il primo uomo” e “Hammamet”) che al Festival di Venezia è stato incoronato nel 1998 con il Leone d’oro per “Così ridevano”. Scritto insieme ad Alberto Taraglio, “Campo di battaglia” si ispira al romanzo “La sfida” di Carlo Patriarca ed esplora il trauma umano legato alla Grande Guerra, alla sua pesante “eredità” in termini di vittime, allargando il campo della riflessione all’inutilità e tragicità di ogni guerra. La storia. Italia 1918, a poche settimane dalla fine del conflitto in un ospedale militare si trovano a operare due medici ufficiali, Stefano e Giulio, legati da una lunga amicizia ma diversi per metodo. Con loro anche l’infermiera Anna, collega di università che però non ha completato gli studi perché ostacolata in quanto donna. I tre passano le giornate a esaminare pazienti, a curare ferite raccolte in battaglia e altre autoindotte per sfuggire alla ghigliottina del ritorno al fronte. Il mondo intorno si sfalda, tra sofferenze, paure e assenza di futuro… Interpretato con grande controllo e forza espressiva da Alessandro Borghi, Gabriel Montesi e Federica Rosellini, “Campo di battaglia” conferma ancora una volta le qualità narrative di Gianni Amelio, la sua capacità di tradurre la complessità di ferite della Storia in maniera comprensibile, accessibile, al vasto pubblico. Qui lo sfondo è la Grande Guerra, il buco nero che ha estirpato un’intera generazione di giovani in Italia e nel resto dell’Europa. Una vertigine di dolore che purtroppo si è replicata con la Seconda guerra mondiale e vive a tutt’oggi nei tanti conflitti sparsi. Amelio offre una potente suggestione, una critica alla meschinità e inutilità della guerra, pur non inquadrandola mai; l’azione, infatti, è sempre tra le corsie di un ospedale, affollato da anime disgraziate e mutilate. “Campo di battaglia” è un racconto di impostazione classica, intenso e dolente, che raggela e sconvolge, capace di tracciare potenti ancoraggi con l’oggi. Complesso, problematico, per dibattiti.

Il film di Gianni Amelio
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