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Padre Pio

La valutazione della Commissione CEI

Parole chiave: film (102)
Il film di Abel Ferrara

Gargano 1920, dopo la Grande guerra si consuma un duro scontro di rivendicazione mosso da istanze socialiste. I lavoratori agricoli reclamano più diritti, ma l’ordine politico reggente reprime con i fucili il dialogo. In quei confusi e tragici eventi, Padre Pio compie i primi gesti miracolosi sperimentando al contempo i tormenti del Male, allucinazioni e tentazioni...

Valutazione Pastorale

“Questo non è un film sui miracoli, bensì su un uomo, Francesco Forgione. Un visionario fin dall’infanzia, un giovane inquieto e dubbioso che lotta per trovare la sua vocazione e il suo posto agli occhi del suo Signore. Ed è un film sul suo arrivo a San Giovanni Rotondo, sulle montagne del Gargano, un luogo di povertà, malattie, disordini politici”. Così nelle note di regia Abel Ferrara presentando il suo ultimo lavoro “Padre Pio”, presentato alla 79a Mostra del Cinema della Biennale di Venezia e al 70° Taormina Film Festival. Il noto autore newyorkese, classe 1951, nel corso di oltre quarant’anni di carriera ci ha abituati a opere di grande tensione e inquietudine, ma anche a lampi di senso. Tra i suoi titoli più incisivi “Il cattivo tenente” (“Bad Lieutenant”, 1992) con Harvey Keitel. Nel suo peregrinare creativo, nei suoi incontri-scontri con la vita, il mondo e il mistero, Ferrara ha sentito l’esigenza di confrontarsi con la figura del santo di Pietrelcina, proponendolo attraverso uno sguardo personale, non scontato e lontano dal facile biografico. A scrivere il copione il sempre bravo Maurizio Braucci, che ha firmato titoli di grande richiamo per temi civili e sociali: “Gomorra” (2008), “La paranza dei bambini” (2019), “Martin Eden” (2019) e “Palazzina Laf” (2023).

La storia. Gargano 1920, dopo la Grande guerra si consuma un duro scontro di rivendicazione mosso da istanze socialiste. I lavoratori agricoli reclamano più diritti, ma l’ordine politico reggente reprime con i fucili il dialogo. In quei confusi e tragici eventi, Padre Pio compie i primi gesti miracolosi sperimentando al contempo i tormenti del Male, allucinazioni e tentazioni. Il lavoro di Abel Ferrara esplora le direttrici della Storia e gli orizzonti della fede. Si accosta alla figura di Padre Pio con rispetto, scandagliandone soprattutto le “zone d’ombra”, i momenti di visioni e tentazione da parte del Male, sino alla comparsa delle prime stigmate. Con efficacia l’attore Shia LaBeouf (“Borg-McEnroe”, “Megalopolis”) si mette a servizio del personaggio dosando espressività e gestualità. Un lavoro acuto, prudente e misurato. A ben vedere, lo sguardo su Padre Pio è la parte più riuscita del progetto; i raccordi storici, i tormenti sociali della comunità del tempo, risultano un po’ insistiti e didascalici. Consigliabile, problematico, per dibattiti.

Il film di Abel Ferrara
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