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Volontari dei Cav a convegno: «Così diamo vita al futuro»
I diritti umani sono allergici alle deroghe: sacrosanto battersi contro il razzismo, odiosa forma di discriminazione, ma allora perché quando qualcuno chiede di considerare il bambino non ancora nato come appartenente alla famiglia umana (un’evidenza per qualunque mamma), con tutte le conseguenze del caso sul piano dei diritti, si alza subito la vibrata protesta di chi dice di battersi contro ogni esclusione? Non è forse anche la mano libera per sopprimere una vita umana nascente un modo per discriminare, particolarmente crudele perché contro l’indifeso per eccellenza?
Eppure quando Marina Casini Bandini propone questo semplice ragionamento ai 400 delegati di Movimenti per la vita (Mpv) e di Centri aiuto alla vita (Cav), da ieri a Montesilvano per il convegno nazionale, l’idea suona poco meno che rivoluzionaria: «Il nostro impegno – sillaba la presidente nazionale del Mpv – è paragonabile a quello che ha portato alla liberazione dalla schiavitù e all’uguaglianza dei “neri” rispetto ai “bianchi”. Anche il nostro – aggiunge, coerentemente – è un movimento di liberazione da una situazione di minorità in nome della dignità umana, perché affermiamo che tutti gli esseri umani sono uguali anche quando si trovano nella fase iniziale della loro esistenza».
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