«Verrà la vita e avrà i suoi occhi»

    Amo ripetere a me stesso questa frase. Se non parli con l’uomo e la donna di oggi, ma ti ostini a parlare all’uomo e alla donna di ieri, stai diventando muto. Le tue parole sono logore. Chi ripete, non è fedele alla tradizione. Perché la tradizione si è continuamente incarnata, rinnovata, ricreata. Una Chiesa che non parla alle nuove generazioni è una Chiesa che non parla a nessuno. Chi non ascolta il grido che emerge dalla tragedia della pandemia non è fedele alla storia e non è un fedele al Dio della storia. Con questo piccolo libro, a partire dalla mia esperienza di malato di Covid e dalla mia vicinanza alla morte, ma soprattutto dalla voglia di rinascere, provo a offrirti alcuni spunti per guardare nuovamente con fiducia il futuro. Alla luce di quanto diceva Madeleine Delbrêl: “L’importante è nascere per bene in ogni morire”. Prefazione di Matteo Zuppi.

Da una drammatica esperienza di contagio, un formidabile sguardo sul futuro “Ho sempre amato una struggente raccolta di dieci poesie, scritte da Cesare Pavese tra l’11 marzo e il 10 aprile 1950. “Verrà la morte e avrà i tuoi occhi“, s’intitola. Oggi, pensando a quanto ho vissuto e a quanto desidero fare, animato da un incalzante senso di restituzione, posso dire a mia volta: “Verrà la vita e avrà e i suoi occhi”, includendo in quello sguardo Dio, chi mi è stato accanto e quanti riuscirò a raggiungere con la mia povera voce. Con questo piccolo libro, a partire dalla mia esperienza di malato di Covid e dalla mia vicinanza alla morte, ma soprattutto dalla voglia di rinascere, provo a offrirti alcuni spunti per guardare nuovamente con fiducia il futuro. Alla luce di quanto diceva Madeleine Delbrêl: “L’importante è nascere per bene in ogni morire”.

Buona lettura! Derio Olivero

Il libro è disponibile presso la Libreria Paoline di Livorno