Vaccinati dall’Eucarestia contro la morte

La III Domenica di Pasqua è quella dell’incontro di Gesù risorto con i discepoli di Emmaus. Seguiamo la Santa Messa dal Santuario di Montenero, trasmessa in diretta dall’emittente Telegranducato, con la speranza della fine parziale del blockdown.  Nella fase 2, a partire dal 4 maggio, purtroppo non è ancora prevista la celebrazione dell’Eucarestia con i fedeli. Una nota della Cei presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri reclama in maniera decisa l’esercizio della libertà di culto.

I discepoli incontrano Gesù lungo il cammino e quando lo riconoscono il loro cuore si riempie di gioia.  Monsignore Simone sottolinea questo segno perché l’incontro con Cristo genera contentezza, gioia. I discepoli di Emmaus, all’inizio diffidenti, hanno riconosciuto il Signore nello spezzare il pane. “Chi non va a Messa la Domenica non è cristiano! Bisogna andare a Messa la Domenica” perché il corpo di Cristo è il cibo di vita eterna, è il farmaco dell’immortalità. Gesù ha vinto la morte.

Gesù spezza il pane, consacra il pane e il vino, e lo dà ai discepoli. La Messa che celebriamo oggi è la stessa dei discepoli di Emmaus. Monsignor Simone rimarca, con tutte le norme di sicurezza sanitarie indicate, che occorre soprattutto cibarsi della Santa Eucarestia. “Sono già due mesi che siamo a digiuno, sarà anche un po’ troppo!”.

“In misura in cui tu vivi con Cristo sei già in Paradiso ed esperimenti la vittoria sul dolore, sulla sofferenza, sulla morte”.  “La morte non è Dio, non è invincibile, nemica e padrona. La morte è una porta come quella in questo Santuario che ti apre all’incontro con Dio”. “Occorre prendere la porta giusta”. Gesù è la porta.  “Dobbiamo entrare nella pienezza dell’Eucarestia, nella pienezza della comunione”. “I discepoli di Emmaus sono entrati attraverso questa porta che è Cristo e gli si sono spalancate le porte della missione, del coraggio, dell’annuncio, dell’evangelizzazione ma soprattutto erano contenti. L’augurio è che anche noi possiamo incontrare Cristo nel nostro cammino e saperlo riconoscere.  L’incontro con una umanità diversa che corrisponde alle esigenze del nostro cuore, che cammina con noi in tutti i momenti della vita.

le foto sono di Antonluca Moschetti