Uno strumento speciale

L'organo della chiesa Cattedrale di Livorno

Maestoso, potente, raffinato.
Ecco a voi l’organo Mascioni op. 804 della nostra Cattedrale di San Francesco, cuore sonoro delle nostre liturgie e concerti.
Costruito nel 1961 dalla prestigiosa ditta Mascioni, lo strumento è composto da 3 manuali, pedaliera concavo-radiale, e ben 45 registri, distribuiti in tre corpi fonici: due laterali, sopra le cantorie, e uno centrale dietro l’altare.
Grazie alle due casse espressive, offre un’eccezionale varietà dinamica, capace di accompagnare con delicatezza la preghiera o di riempire la navata con tutta la potenza delle sue oltre 2.500 canne!
Dal Ripieno squillante alla Voce umana, passando per oboi, flauti, violoncelli e trombe, l’organo Mascioni op. 804 è uno strumento completo, versatile, e profondamente integrato nella vita liturgica e musicale della nostra comunità.
Nel 1975 l’organo è stato restaurato e ampliato dalla ditta Michelotto, ditta che nella diocesi di Livorno ha curato anche altri importanti strumenti, come l’organo della Chiesa di Santa Maria del Soccorso, della Chiesa di San Giovanni Bosco e della Chiesa di Sant’Andrea.
Questo restauro venne inaugurato con un concerto del maestro Don Pio Nocilli il 17 aprile 1975.
L’organo è, a tutti gli effetti, l’anima musicale della liturgia: accompagna con precisione e sensibilità il canto, fungendo da fondamento sonoro per l’armonia delle voci e per l’intera assemblea.
L’organista titolare del Corale San Francesco è il maestro Paolo Sorrentino, profondo conoscitore delle potenzialità espressive di questo strumento straordinario.
Ma cos’ha di speciale un organo a canne rispetto a uno elettronico?
La differenza è profonda e sensoriale: un organo a canne produce il suono fisicamente, facendo vibrare l’aria attraverso canne di diverse forme, materiali e dimensioni. È uno strumento “vivo”, che respira con l’ambiente e interagisce acusticamente con lo spazio in cui si trova. Il suono che ne scaturisce ha una profondità, una presenza e una ricchezza timbrica che nessun organo elettronico può davvero replicare.
Un organo elettronico, invece, riproduce suoni campionati o sintetizzati tramite altoparlanti: può essere pratico e compatto, ma non può eguagliare la potenza evocativa e il calore timbrico di un vero organo a canne.

È interessante sapere che esistono tre principali sistemi di trasmissione: meccanico, pneumatico ed elettrico.

  • Trasmissione meccanica: è il sistema più tradizionale e diretto. I tasti e i comandi dei registri sono collegati alle canne tramite leve, tiranti e fili meccanici. Offre un grande controllo espressivo e un contatto fisico immediato con lo strumento, ma può risultare pesante da suonare, soprattutto negli strumenti di grandi dimensioni.
  • Trasmissione pneumatica: utilizza l’aria compressa per azionare le valvole delle canne. Fu molto diffusa tra Ottocento e primo Novecento. Consente una maggiore distanza tra consolle e canne, ma può essere meno reattiva e precisa rispetto alla trasmissione meccanica.
  • Trasmissione elettrica: impiega impulsi elettrici per attivare le canne. È molto versatile e permette una grande libertà nella disposizione dello strumento, rendendo possibile il controllo anche di organi molto complessi e distanti tra loro. Spesso viene utilizzata nei grandi organi moderni.

Una curiosità