Uno speciale sul Papa buono

A Sotto il Monte

Tra maggio e giugno scorsi, le spoglie del Papa Santo sono tornate per un paio di settimane sui luoghi dell’infanzia e della giovinezza. Tra Bergamo e il paese natale, la presenza più che il ricordo di Giovanni XXIII si è fatta commozione e aneddoto, rilettura degli inizi e dell’intera traiettoria che portò il figlio di contadini a reggere il timone della barca di Pietro. In quella circostanza Vatican News inaugurò un suo personale format del genere WebDoc – analogo a quello utilizzato in questi giorni per Paolo VI – pubblicando sul proprio portale ogni giorno, dal 21 maggio al 10 giugno, una clip video incentrata tanto sul pellegrinaggio delle spoglie quanto su alcuni aspetti più o meno noti del “Papa buono”.

La sera della Luna

L’11 ottobre è anche il giorno di un’altra ricorrenza, che il calendario ufficiale non contempla ufficialmente ma che è passata alla storia, cristallizzata e tramandata da 56 anni di racconti. Quella sera, la sera d’avvio del Concilio, Giovanni XXIII si affaccia alla finestra che dà su Piazza San Pietro e pronuncia quello che è poi passato alla storia come il “Discorso della Luna”. È la sera della “carezza in mondovisione”, la carezza che il Papa offre ai figli di coloro che quella sera guardavano il Papa tra le fiaccole della folla o dal biancogrigio di qualche raro apparecchio televisivo.

Piccolo gesto grande

Quella carezza dell’11 ottobre nessuno l’ha dimenticata perché in fondo è una grande eredità. Perché in seguito Giovanni XXIII parlerà eminentemente di pace aiutando il mondo tramortito dalla guerra fredda a ritrovare il calore del buon senso. E prenderà per mano una Chiesa lontana da quel mondo in fuga avviandola in uscita da sé, verso una rinascita e una nuova prossimità con la gente. Grandi gesti, parole uniche. Alla cui base si può cogliere la concretezza del figlio nato a Sotto il Monte e cioè radicato alla terra e agli affetti spontanei. I sentimenti di persone alla Angelo Roncalli – o alla Papa Francesco che spesso ne parla – ovvero coloro che quando un rapporto si incrina e promette burrasca suggeriscono di farsi vicini e di placare la tempesta, che sia internazionale o solo domestica, così, con una carezza.