Una scuola intitolata a Olimpia Sgherri

Nel ricordo della "Madre Teresa" di Livorno

L’istituto comprensivo Giovanni Bartolena, di recente formazione, è composto da diversi plessi che comprendono la scuola dell’infanzia, della primaria e della secondaria di primo grado.

Mentre per le scuole dell’infanzia e della primaria, ciascun plesso ha un nome, le scuole medie di Michel e di Villa Corridi non lo hanno. Pertanto è stato fatto un sondaggio su quale nome poter attribuire alla scuola di Corridi e con lieta sorpresa è stata espressa con grande partecipazione e gradimento la volontà di intitolarla ad una piccola grande donna, morta alcuni anni fa, ma che ha lasciato un ricordo indelebile nella nostra città: si tratta di Olimpia Sgherri, chiamata la Madre Teresa di Calcutta di Livorno.

Chi scrive ha avuto la fortuna di conoscerla e di condividere un piccolo pezzo di strada con lei e parlandone con le colleghe e i colleghi ha ricordato la sua dolcezza, la mitezza e il sorriso. Era il sorriso una delle sue più belle qualità perché l’aveva dentro il cuore e l’accompagnava sempre. Pur non essendo madre, perché consacrata a Dio, faceva da madre a tanti, si occupò dei poveri, dei baraccati, dei moribondi, dei malati di aids e dei carcerati. Fu lei a suggerire a Riccardo Ripoli (recentemente scomparso) di fondare l’associazione “Amici della Zizzi”,  e fu lei promotrice delle iniziative livornesi per la parrocchia di S. Sebastiano, insieme a padre Damioli, per i malati di AIDS e per i giovani diversamente abili, tra le quali il noto campeggio di Castiglioncello. Ricorre un aneddoto di uno scambio di battute tra alcuni livornesi e il papà di Olimpia al quale quando si rivolgevano a lui dicendo:”lei ha una figlia santa”, lui rispondeva: ” ed io vi do un milione al mese se ve la tenete a casa vostra!”. Fu anche insegnante alle scuole elementari speciali per disabili e con amore materno ha educato tanti bambini. Per noi che ancora siamo nel mondo della scuola, varcare quella soglia pronunciando  il suo nome ci aiuta e ci guida ad essere testimoni di quei valori che non conoscono tramonto.

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