Una casa stile famiglia per chi vive giorni di sofferenza

Dalla casa Madre Seton sono passate più di 2000 persone, con il loro carico di umanità, sofferenze e gioie; con i loro volti ed i loro cuori, che resteranno nella memoria di chi li ha incontrati e sostenuti nei giorni della sofferenza.Aperta nel 1996, per un’intuizione dell’allora parroco don Gino Franchi, la casa di accoglienza è adiacente alla parrocchia e alla canonica, ma soprattutto si trova a pochi passi dall’ospedale di Livorno e quindi non poteva che adempiere a questa vocazione: ospitare i familiari di chi è ricoverato nella struttura sanitaria di viale Alfieri, dando una sistemazione accogliente e gratuita a chi viene da lontano e magari non può spendere cifre astronomiche per una camera di albergo, soprattutto in caso di lunghe degenze. E poi una casa è sempre una casa e rientrare in un ambiente caldo, con dei locali a misura di famiglia, fa sicuramente bene a chi ha trascorso la giornata in una corsia di ospedale, accudendo un parente che soffre.Casa Madre Seton infatti è composta da camere private con i servizi e luoghi comuni come la cucina e la sala e proprio in questi ultimi mesi è stata rimessa a nuovo, grazie al contributo dei parrocchiani e a quello del Sovvenire, con i 10.000 euro vinti dalla parrocchia al concorso Tuttixtutti. Sono stati sostituiti gli arredi, rinnovata la cucina ed i bagni, ridipinte le pareti e appese tante belle foto di Livorno e del suo mare, gentilmente donate da un fotografo della parrocchia, come piccole finestre aperte sulla bellezza per dare un po’ di respiro alle persone che passeranno da questa casa.I locali interamente ristrutturati sono stati inaugurati e benedetti dal parroco padre Carmine Madalese, al termine della celebrazione festiva della Domenica di Cristo Re, alla presenza del vice parroco padre Francesco Gusmeroli, del confratello padre Valerio Evangelisti, del parroco emerito don Gino Franchi e di tanti parrocchiani che, come in un abbraccio, hanno voluto condividere l’accoglienza che questa casa potrà donare ai fratelli che l’abiteranno.

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