Un diciottesimo in paradiso, un amore che si propaga negli anni: Giada Menicagli

Domenica 3 gennaio nella parrocchia della Sacra Famiglia è stata celebrata la Messa in memoria di Giada che il 4 gennaio ha compiuto il 18° anniversario della sua nascita in Cristo, la funzione è stata celebrata da don Fabio Menicagli, assieme  al parroco don Rosario Esposito. Stavolta, a causa dei limiti di ristrettezza per il Covid-19, non è stato possibile accogliere tutte le persone che normalmente seguono Giada, per questo don Rosario ha messo a disposizione il suo account su facebook per mandare on line la trasmissione in diretta della Messa.

Una celebrazione intima, che ha risuonato in tutte le case di chi ha pregato in lontananza  e a casa propria, ed è stata la prima volta che la messa per Giada è potuta arrivare a molte persone, anche a chi non la conosceva bene ma ne aveva sentito parlare. Dal 2003 Giada viene ricordata nel tempo di Natale, un tempo in cui prendiamo coscienza che Cristo si è incarnato per noi, come afferma don Fabio all’inizio della messa e ricorda, così, anche la memoria di don Biondi, nato in Cristo il 3 gennaio 2006. Questo Cristo che è venuto per noi, siamo pronti ad accoglierlo oppure siamo distratti da altro? In questo periodo così difficile Giada può essere una testimone di pura e umile accoglienza di Cristo e dell’altro. Durante l’omelia don Fabio ha sottolineato che anche in un periodo di limiti, come il momento in cui stiamo vivendo, è possibile vivere in comunione con gli altri, anche con i più lontani, attraverso l’incontro con Cristo: è possibile fare una preghiera universale in cielo e in terra che ci unisce in Cristo. Nel tempo di Natale, dice don Fabio, abbiamo la comunione dei santi: il cielo scende in terra e noi saliamo in cielo. E’ una comunione che ci rende compartecipi, mentre celebriamo l’Eucarestia, con coloro che ci hanno preceduto.  In questo giorno Giada è come se festeggiasse un diciottesimo nel paradiso, un momento che unisce tutti nel ricordo, nella tristezza ma anche nella gioia.

Quale gioia vuole mettere in luce don Fabio? La gioia di vita di Giada, che nella sofferenza ha insegnato a tutti ad accettare la volontà di Cristo, a rivolgersi a Colui che ha preso dimora in mezzo a noi: Gesù ha portato la luce nella nostra vita, non dobbiamo temere nulla! Don Fabio parla del “verbo fatto carne” per spiegare che chi non accoglie la volontà di Cristo e si chiude in se stesso e non accetta che Cristo dimori nel proprio cuore, rimarrà sempre distante; inoltre dice che essendo Dio luce, la luce crea ombra e se noi viviamo nell’ombra e nella chiusura, non accettiamo la malattia e la morte e ci allontaniamo dalla Verità. In questo tempo di pandemia l’allontanamento dalla luce si è fatto ancora più forte, siamo nel tempo della sofferenza, della paura, bisogna essere aperti al Signore. Giada è l’esempio di una persona che davanti al dolore e alla fine della sua vita terrena non si è chiusa in se stessa, ma ha accettato la volontà di Dio, lo ha accolto nel suo cuore ed ha aspettato che la chiamasse al suo fianco come una sposa.  Don Fabio afferma che è arrivato il momento della cura: prendersi cura degli altri, come faceva Giada tanti anni fa e come continua a fare anche oggi. Infatti Giada in questo periodo di pandemia ( non è stato detto durante la celebrazione ma ci sono molte testimonianze) è stata proprio un faro di luce per le persone ammalate e ricoverate in solitudine in ospedale, che  hanno pregato il Signore con Giada e la figura di questa bellissima ragazza bionda con il mare e il cielo negli occhi e il sorriso luminoso come la stella più bella li ha aiutati a sopportare il loro dolore e  ad accettare ciò che stava accadendo. Ci sono testimonianze di persone che sono tornate alla casa del Padre che hanno detto ai parenti di sentire la vicinanza di Giada, di prendere forza da lei e ci sono parenti che hanno pregato Giada per fare compagnia ai loro cari e aiutarli al momento del  trapasso. La serenità di Giada rifletteva nel viso di alcuni commossi dall’amore di Cristo, questo lo posso testimoniare direttamente perché è avvenuto anche  in mia madre. Ecco la missione di Giada: aiutare ancora ad accettare la volontà divina, aiutare ad accettare la malattia e ad aprire il cuore a Cristo; come faceva anni fa quando era ricoverata in ospedale, sia a Livorno che al Niguarda, così fa ogni giorno con i malati terminali che chiedono il suo aiuto per alleviare la loro sofferenza e arrivare al Signore.

Alla famiglia Menicagli ogni giorno continuano ad arrivare  lettere  di testimonianza su Giada, alla fine della celebrazione la catechista Elena ne ha letta una nuova scritta da Michele. Ecco lo scritto:

Carissimi Roberto e Manuela, un grazie di cuore per avermi partecipato copia della lettera di Damiano e quelle relative a don Fabio. Quest’ultime molto toccanti spiritualmente, affettivamente e profondamente tenere. Offrire il proprio figlio alla sequela di Gesù e il figlio stesso accettarne leresponsabilità per vivere la sua vita al servizio del Signore sono scelte meravigliose anzi sono Chiamate del Signore. Vivere per Lui, con Lui e in Lui è il dono più grande che il Signore riserva ai suoi prediletti Il Signore vi ha fatto dono di due figli destinandoli a seminare Amore, fonte di pace e gioia incommensurabili. Terreno fertile Giada ha trovato ha trovato in me e non soltanto in me. Tra i tanti quella di Damiano è sicuramente importante testimonianza del contagioso cammino di santità di Giada. La sua lettera esprime chiaramente l’opera inequivocabile dello Spirito Santo che attraverso l’intercessione di Giada ha operato per la conversione del cuore. Fin dal primo momento che, in quel delle Sughere, parlai a Damiano della bellezza dell’anima di Giada egli manifestò il desiderio di leggerne la storia della sua breve vita terrena. Insieme trascorrevamo molte ore a parlare di Giada, di come, tra l’altro, incurante del male che l’affliggeva si dedicava con gioia a portare conforto ad altri ammalati. Per noi questo suo esempio era molto significativotant’è che insieme si chiedeva a Giada di intercedere per alleviare le nostre sofferenze. E fu così che giorno dopo giorno Giada entrava sempre più nella nostra vita, nel nostro quotidiano e in quello di coloro che si univano a noi in preghiera. Oggi, a parte me di cui vi è nota la mia testimonianza, Damiano è testimone dell’efficacia fruttuosa della preghiera di intercessione operata da Giada. Leggendo la lettera di Damiano mi sono commosso per le bellissime paroleche ha dedicato a Giada nonché per lo straordinario e consolidato cammino spirituale che vive insieme a Giada, e di cui egli ne sente la costante vicinanza. Ecco le meravigliose Opere del Signore!!! Ecco la gioiosa presenza di Giada nel nostro cuore e nelle nostre preghiere.Il Signore vi benedica.  Un affettuoso abbraccio da me e famiglia a voi e don Fabio. 

MICHELEImperia, 28/10/2020.

Una lettera che esprime il legame che unisce Giada a tutte le persone che, avvicinandosi a lei, hanno cambiato vita, hanno ritrovato la fede e hanno incontrato Dio.