Diocesi
Un dialogo costante
Nel giorno della ricorrenza della conversione di San Paolo la comunità di Sant’Egidio ha ospitato l’incontro di chiusura della settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. Il filo conduttore è stata la riflessione sul tema proposto: “Ama il Signore Dio tuo…. e il prossimo tuo come te stesso” (Luca 10,27)Il direttore dell’ufficio ecumenico il dialogo interreligioso, il diacono Andrea Zargani ha introdotto le celebrazioni e ha salutato sua eccellenza monsignor Simone Giusti, Vescovo di Livorno insieme ai rappresentanti delle altre confessioni cristiane presenti. Inoltre ha ringraziato la comunità di Sant’Egidio che ormai da diversi anni organizza e ospita questa celebrazione.
Il Pastore battista Thomas Hagen commentando il salmo 133 ha evidenziato che l’olio profumato permea della sua fragranza tutti coloro che sono vicino e la rugiada che avvolge tutto il deserto di freschezza, diventano simboli della felicità che scaturisce dall’amore e dalla concordia nella comunità di Israele e di tutti gli uomini. Anche oggi la chiesa è arida e deserta e ha bisogno della rugiada dell’unità dei fratelli con una convivenza armoniosa. L’unzione profumata di Aronne è la Pentecoste quale esperienza di unità e ogni volta che i cristiani ritrovano l’unità abbiamo una nuova Pentecoste. Non basta pregare ma dobbiamo unirci per portare la conoscenza di Cristo nel mondo. Un’unità che non è fatta da firme ma di diversità dove si è capaci di portare pace nel luoghi dove c’è conflitto e di offrire la speranza che come la rugiada rinfranca e fa guardare al futuro con gioia.
Monsignor Simone Giusti commentando la parabola del “buon samaritano” ha evidenziato che l’espressione che maggiormente ci riguarda e’ la domanda “ cosa dobbiamo fare?” La vita morale è scegliere Cristo ed è assai difficile seguirlo in un contesto dove ci vediamo circondati più che dall’ateismo, dal politeismo e l’uomo è arbitro di se stesso e possiamo dire che il nostro peccato è quello di voler vivere in una totale autonomia. Bastando ciascuno a se stesso si creano le solitudini e il nostro prossimo è diventato il cellulare tanto che possiamo definirlo il nostro compagno di viaggio. C’è bisogno dunque di aprire gli occhi, dobbiamo risvegliare la coscienza aperta alla misericordia e al perdono. Le filosofie per quanto si interroghino sui tanti problemi non danno però risposte esaustive e il cristianesimo invece, per quanto possa essere contestato è l’unico che nella figura di Cristo offre la salvezza dalla morte a tutti i credenti.
Il messaggio che ci portiamo di questa settimana è un impegno per le nostre chiese di sentirci in Cristo un solo corpo e una sola grande famiglia umana che fa della prossimità, dell’agire concreto del buon samaritano, il proprio stile di vita, ossia il modo autenticamente evangelico di stare al mondo.
guarda le foto scattate da Antonluca Moschetti