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Un appello per la Vita
Un appello ai candidati governatori e consiglieri alle elezioni regionali del 20 e 21 settembre per la promozione della vita nascente, contro l’aborto con la Ru486 in day hospital e per le cure palliative. Lo diffonde una rete di 50 associazioni cattoliche, che chiedono precisi impegni e mettono in chiaro i valori su cui misurare chi scegliere alla guida della Regione. Le realtà d’ispirazione cristiana – come Movimento per la Vita, Medici cattolici, Comunità Giovanni XXIII, Alleanza Cattolica, Difendiamo i nostri figli, Centro Studi Livatino e Pro Vita & Famiglia – ritengono che «politiche di tutela e valorizzazione della vita siano sempre più necessarie anche nell’agenda delle autonomie italiane, e ciò sia per le ragioni ideali assunte fra le premesse fondanti la Carta costituzionale, sia per le sempre più evidenti esigenze demografiche, sociali e persino di convenienza economica del Paese».
Le priorità indicate dall’appello, coordinato dal giurista Domenico Menorello (Osservatorioparlamentare «Vera lex?»), si collocano all’inizio e alla fine della vita umana. Anzitutto le associazioni firmatarie criticano le nuove linee guida del Ministero della Salute per l’aborto al di fuori degli ospedali, «provvedimento amministrativo incoerentepersino con la lettera della legge 194». Un’attuazione della legge «coerente con i beni e i diritti costituzionali di tutela della vita e della salute impedisce di dare concreta applicazione ai passaggi della circolare del 12 agosto 2020», le linee guida, «innovativi rispetto al tenore delle disposizioni di legge». Le associazioni non si fermano ai no ma chiedono che venga applicato l’articolo 5 della legge 194, che «continua a essere disatteso » là dove prevede «che il consultorio o il medico ovvero la struttura sociosanitaria sono chiamati a prospettare alla gestante in difficoltà ‘le possibili soluzioni ai problemi proposti’, aiutandola ‘a rimuovere le cause’ che la inducono ad abortire».
L’appello invita poi in modo pressante «a incrementare le cure palliative, con adeguata formazione degli addetti e col reperimento di risorse dedicate, a fronte di patologie e di cure particolarmente dolorose». Le associazioni cattoliche infine «sottolineano che è forte l’esigenza, fondata sul principio di solidarietà e sul rispetto della persona, di non abbandonare all’isolamento materiale e psicologico chi versi in difficoltà a causa delle proprie condizioni di salute, che esse ricadano sulla fase iniziale o conclusiva dell’esistenza, in alternativa a percorsi di morte».
per approfondire (https://www.avvenire.it/attualita/pagine/l-appello-di-50-associazioni-cattoliche-nelle-regioni-scelte-per-la-vita)