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Tristezza, demone subdolo da combattere con la santità»
C’è tristezza e tristezza. Quella buona, che è rifiuto dei propri peccati, apre alla redenzione. Quella cattiva viene dal diavolo ed è un «demone subdolo», come «un verme del cuore che che erode e svuota chi l’ha ospitato». Va combattuto pensando alla risurrezione di Cristo, cioè con la santità. Così il Papa, oggi 7 febbraio, nell’udienza generale, continuando la catechesi sui vizi e le virtù. Il tema è appunto quello della tristezza, stato d’animo che, ha sottolineato Francesco, «si insinua nell’anima e che la prostra in uno stato di abbattimento». È questo genere di tristezza «che deve essere combattuto risolutamente e con tutta forza, perché essa viene dal Maligno».
La «tristezza amica», invece, «ci porta alla salvezza – ha spiegato il Pontefice – Pensiamo al figlio prodigo della parabola: quando tocca il fondo della sua degenerazione prova grande amarezza, e questa lo spinge a rientrare in sé stesso e a decidere di tornare a casa di suo padre. È una grazia gemere sui propri peccati, ricordarsi dello stato di grazia da cui siamo decaduti, piangere perché abbiamo perduto la purezza in cui Dio ci ha sognati».
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