Diocesi
Tra passato e presente
Il 4 maggio 1974 alla Domus Mariae in Via Aurelia 481 a Roma, alle ore 23:50, le due associazioni scout maschile (ASCI) e femminile (AGI) riunite in seduta congiunta dei due Consigli Generali votarono per la fusione, dando così vita all’AGESCI, Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani. Tra i consiglieri generali presenti alla votazione c’era anche il livornese Attilio Favilla, che successivamente, dal 1985 al 1989, verrà eletto capo scout nazionale e che in questi giorni al 50esimo Consiglio Generale AGESCI è stato intervistato per raccontare quanto accadde (qui il video integrale: https://www.youtube.com/live/SWpU74STOxc?si=lhdh2WXafwBPb6qV). Con l’occasione riteniamo importante ripercorrere brevemente il percorso che ha portato l’AGESCI ad essere un’associazione giovanile cattolica che nel 2023 ha registrato 182.000 censiti in tutta Italia e più di 800 soci soltanto nella Diocesi di Livorno.
Nascita dello scoutismo cattolico maschile e femminile in Italia
La storia dello scoutismo italiano era iniziata nel 1910 a Bagni di Lucca, mentre quella dello scoutismo cattolico cominciò il 16 gennaio del 1916 con la nascita dell’ASCI, Associazione Scautistica Cattolica Italiana, durante una delle consuete sedute trimestrali del Consiglio centrale della Società della Gioventù Cattolica a Roma, fu nominato Commissario Centrale Mario di Carpegna, noto esponente della nobiltà pontificia. L’ASCI era un’associazione scout cattolica monosessuata, riservata cioè a soli uomini, che si fondava sull’applicazione del metodo pedagogico elaborato da Lord Robert Baden Powell in Gran Bretagna a partire dal 1907. L’ASCI visse un notevole sviluppo nei suoi primi anni, per poi subire una battuta d’arresto nel 1928 quando fu sciolta per ordine del governo fascista, ma durante la guerra molti membri operarono clandestinamente nella resistenza, ne sono un esempio celebre il gruppo scout delle Aquile Randagie. Nel dopoguerra l’ASCI rinacque da dove era stata fermata e crebbe in modo esponenziale, e anzi il 28 dicembre del 1943 alle Catacombe di Priscilla a Roma, appena dopo l’armistizio e in pieno coprifuoco, Giuliana di Carpegna (nipote di Mario) insieme a Padre Agostino Ruggi d’Aragona fecero fare la promessa scout alla squadriglia femminile scoiattoli, fu l’inizio del guidismo cattolico, cioè dello scoutismo femminile. L’8 dicembre del 1944 lo statuto dell’AGI, Associazione Guide Italiane ricevette l’approvazione dalla Santa Sede. Anche l’AGI, come l’ASCI era un’associazione cattolica monosessuata, in linea con la società del tempo.
La fusione nell’AGESCI
La fusione nell’AGESCI, come ricorda Mario Sica in “Storia dello scautismo in Italia”, fu certamente il risultato di tre principali inquietudini che dalla fine degli anni ’60 attraversarono i due movimenti cattolici maschile e femminile: in primo luogo la scoperta della dimensione politica, intesa come riscoperta di valori politici sempre esistiti nel movimento scout, come la vita comunitaria, la Legge scout, il valore civico, la solidarietà, l’educazione alla responsabilità e alla libertà. Un secondo elemento riguarda l’aspirazione a un diverso rapporto tra scoutismo e Chiesa sulla scia del Concilio Vaticano II, mentre un terzo fattore fu la ricerca di un rapporto diverso tra i sessi nello scoutismo e nella società.
In particolare, se il movimento per l’unificazione delle due associazioni prevalse lo si deve innanzitutto al fascino esercitato dal concetto di coeducazione, inteso come un progetto pedagogico formulato per educare insieme i ragazzi e le ragazze al fine di insegnare loro le modalità più idonee per collaborare nel rispetto delle peculiarità di ciascuno dei sessi. In secondo luogo anche dalla base dell’associazione erano sempre più frequenti nella dimensione locale il sorgere di gruppi scout misti ASCI e AGI.
Durante la seduta del Consiglio Generale Attilio Favilla ricorda che prese la parola e, stando al suo racconto, disse di aver riflettuto molto sulla mozione di fusione, pensando che i suoi figli a casa venivano educati da lui e sua moglie in modo paritario, allora si pose la domanda su che senso poteva avere iscrivere un figlio maschio ad un’associazione scout maschile e una figlia femmina ad un’altra femminile. Se l’educazione domestica veniva impartita dal padre e dalla madre tanto valeva unificare le due associazioni in un’unica associazione mista con capi maschi e femmine. Alla fine dell’intervento Attilio ricorda un fragoroso scroscio di applausi.
Fu l’insieme di questi fermenti e la lunga discussione che ne scaturì portò alla riunione congiunta dei due Consigli Generali del 4 maggio del 1974, e qui è opportuno lasciar parlare il verbale della seduta:
«Dopo cena i lavori riprendono con la votazione delle mozioni sui bilanci che vengono approvate sia per l’ASCI che per l’AGI.
Riprende quindi il dibattito sulla proposta di fusione; dopo la votazione di una mozione procedurale, Fausto Piola Caselli presenta la mozione di fusione elaborata dai due Commissariati centrali. Seguono vari interventi e dichiarazioni di voto e alle 23:50 la mozione viene messa ai voti e approvata con i seguenti risultati:
ASCI: 149 votanti; 114 favorevoli; 28 contrari; 7 astenuti.
AGI: 87 votanti; 86 favorevoli; 1 contrario; 0 astenuti.
È nata l’Agesci, Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani.
Applausi, preghiere e canti».
La fusione tra ASCI e AGI nell’AGESCI portò con sé molte novità, non solo la coeducazione, ma anche un Patto Associativo che riunisse i valori condivisi dalle due associazioni, un nuovo statuto, una nuova organizzazione associativa e soprattutto la scelta della diarchia. La diarchia consiste nel suddividere la responsabilità di ogni ruolo in una compresenza tra un capo maschio e un capo femmina, sia nelle unità miste con i ragazzi educandi che nei ruoli di quadro associativi. Questa scelta, al di là dei risvolti virtuosi nella dinamica coeducativa, si rivelò profetica all’interno dell’associazione, perché impedì che lo scoutismo maschile schiacciasse l’AGI e al contrario contribuì invece ad una crescita esponenziale del guidismo all’interno dell’AGESCI.
Nel corso degli anni l’associazione continuò la sua trasformazione creando un iter di formazione ben strutturato per i capi, che prevede ancora oggi la formazione di base, la formazione metodologica e infine la formazione associativa. Ma è nella prima Route Nazionale delle Comunità Capi di Bedonia 1979 che è stata creata la Comunità Capi, cioè l’insieme di soci adulti che si impegna nella gestione di un gruppo scout e nell’educazione dei ragazzi in un ambiente caratterizzato dalla condivisione dalla corresponsabilità e dalla solidarietà reciproca. La Comunità Capi si inserì nell’AGESCI divenendo il fulcro della formazione permanente e della vita democratica. A questo proposito anche quest’anno, nell’agosto del 2024, si terrà una terza Route Nazionale delle Comunità Capi a Verona, che come percorso di discussione e riflessione disegnerà il futuro dell’associazione per i prossimi anni a venire.
L’AGESCI a Livorno
Nel 1974 al momento della nascita dell’AGESCI nello scoutismo cattolico livornese operavano a Livorno il Ceppo AGI “La Cordata” Livorno 1°, con sede presso la parrocchia di Santa Maria del Soccorso, il Gruppo ASCI “Likene” Livorno 7°, con sede presso l’Istituto dei Gesuiti in via Fagiuoli, il Gruppo Livorno 5°, con sede presso la parrocchia Nostra Signora di Fatima (ma che cesserà le proprie attività alla fine dei campi estivi), e infine il Gruppo Rosignano 1° con sede presso la parrocchia di Santa Teresa a Rosignano Solvay. Riassumendo, lo sviluppo dei gruppi scout cattolici AGESCI a Livorno può essere così sinteticamente suddiviso in base alla propria storia, arrivando oggi ad avere più di 800 soci all’interno della Diocesi:
– Livorno 1 (ex AGI): diventa Livorno 3 nel 1977 e continua fino ad oggi, con sede alla parrocchia di Santa Rosa.
– Livorno 5:nasce nel 1968 e chiude nel 1974, aveva sede alla parrocchia Nostra Signora di Fatima.
– Livorno 7: nasce nel 1947 e continua fino ad oggi, con sede alla parrocchia di Sant’Agostino.
– Rosignano 1: nasce nel 1945 e continua fino ad oggi, con sede alla parrocchia di Santa Teresa a Rosignano Solvay.
– Livorno 4: apre nel 1975 e chiude nel 1980, aveva sede alla parrocchia di Nostra Signora del Rosario.
– Livorno 1: nasce nel 1976 e chiude nel 2000, aveva sede alla parrocchia di San Giuseppe.
– Livorno 9: nasce nel 1980 e continua fino ad oggi, con sede alla parrocchia di Santissima Annunziata dei Greci.
– Livorno 2: nasce nel 1985 e continua fino ad oggi, con sede alla parrocchia salesiana del Sacro Cuore di Gesù.
– Antignano 1: nasce nel 1986 e chiude nel 1989, aveva sede alla parrocchia di Santa Lucia.
– Livorno 10: nasce nel 1987 e continua fino ad oggi, con sede nelle parrocchie di Nostra Signora di Fatima e San Giuseppe.
– Rosignano 2: nasce nel 2000/2001 e continua fino ad oggi, con sede alla parrocchia di Santa Croce a Rosignano Solvay.
– Guasticce 1: nasce nel 2000/2001 e continua fino ad oggi, con sede alla parrocchia di San Ranieri a Guasticce.
Basta guardare questo semplice schema per rendersi conto che nel corso di questi 50 anni di AGESCI lo scoutismo cattolico a Livorno ha avuto momenti felici e momenti più difficili, ha affrontato i grandi cambiamenti della società ed ha cercato di evolvere con essa, ma senza snaturarsi, continuando cioè a crescere le giovani generazioni educandole al servizio al prossimo nel solco dei valori della Promessa e della Legge scout, con l’ausilio del metodo pedagogico ideato da Robert Baden Powell e soprattutto del Vangelo. È per tutto questo che oggi possiamo dire a gran voce che unire AGI e ASCI nell’AGESCI è stata una scelta veramente profetica. Se è vero che è dovere di ogni scout “lasciare il mondo migliore di come l’abbiamo trovato” con lo sguardo presente rivolto verso il futuro, è altrettanto importante il fare memoria del percorso che ci ha portato come AGESCI fino ad oggi, perché conoscere il nostro passato ci può aiutare a capire che associazione siamo e a delineare in modo consapevole la nostra strada futura.
*presidente Centro Studi di Scoutismo Labronico “Arrigo Vallebona e Frida Gabbrielli”