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Testimoni di fede: padre Roberto Cappelletti
Sono nato a Bolzano, in una famiglia cattolica, primo di tre figli. A 11 anni di età ho cominciato a conoscere i salesiani, frequentando la scuola media di Castello di Godego, provincia di Treviso. Da lì è cominciato il mio cammino con i salesiani, nelle varie tappe dei percorsi formativi e vocazionali. Diciamo che non sono mai stato un “caso semplice”… le fasi del mio cammino, prima del noviziato, hanno avuto delle pause, degli alti e bassi. Ma la certezza che avevo nel cuore era di essere nel posto giusto. E così nel 1991 ho emesso i miei primi voti e poi nel 1999 sono diventato salesiano sacerdote, lavorando per 13 anni in Italia, nell’Oratorio di Trieste e nella scuola elementare e media di Mezzano, in Trentino.
Hanno sempre suscitato in me grande fascino le storie di missionari che passavano in Italia, nelle case salesiane o durante i miei anni di noviziato e di formazione. I loro racconti, il loro entusiasmo avevano già aperto questa “breccia missionaria” nel mio cuore. Ma ciò che ha acceso la miccia definitivamente sono state le esperienze in Brasile con alcuni alunni della mia scuola di Mezzano e poi soprattutto, come animatore missionario dell’Ispettoria di Venezia, il vivere con dei gruppi di giovani due mie estati in Madagascar. Lì davvero la vocazione missionaria ha fatto breccia nel mio cuore; in mezzo a quella gente, a quei piccoli, a quei poveri ho sentito forte la voce di Dio che mi chiamava a dare la seconda parte della mia vita per loro. Negli occhi dei più poveri ho visto chiaramente il volto di Gesù, che mi chiamava, come salesiano, ad essere padre, fratello e amico di tutti loro, con i miei limiti e le mie capacità, ma affidandomi alla Grazia e all’Amore di Dio.
Sono sicuro che Dio colloca ognuno di noi in una situazione ben precisa, per darci la possibilità di far fiorire la nostra vita e la nostra vocazione. Dall’età di 11 anni Egli mi ha fatto conoscere i salesiani e penso che questo fu il suo primo e grande segno del Suo Amore. Sono un missionario ad gentes, non ho scelto io il Brasile, ho rimesso la mia vita nelle mani di Dio e del Rettor Maggiore con il suo consiglio: loro hanno scelto per me il Brasile e io ho accettato la loro volontà. Come dico, sono missionario ad gentes, e se dovessi essere chiamato per lavorare e donarmi in un altro continente o situazione, sarei pronto, perché sono sicuro che ciò che sceglie Dio per me è la miglior scelta che potrebbe esistere! Dio è mio Padre.
“La mia vita in Gesù; Gesù nella mia vita”. Ho scelto queste poche parole per sintetizzare la mia vita salesiana missionaria. Sono convinto che il Signore mi abbia chiamato a fare questo passo dopo avermi dato la grazia di confrontarmi con diverse esperienze. Durante questi anni il Buon Dio ha posto sul mio cammino dei segni inequivocabili: mi ha fatto toccare con mano delle realtà che aprono il cuore, che smontano tante certezze, che ti portano a fare domande; mi ha messo davanti dei missionari, a cui devo molto. Il Brasile ha aperto il mio cuore a nuove sfide. Ho ricevuto nel 2011 l’obbedienza per partire per il Brasile per andare a vivere, lavorare e a condividere quello che ho e che Dio mi ha donato, con bambini e ragazzi di strada di quel meraviglioso Paese: il Paese delle contraddizioni, dell’ingiustizia sociale, della povertà nascosta in tanti rivoli di strade di grandi metropoli, una povertà conclamata in tante baraccopoli e favelas.
La scelta missionaria salesiana è una scelta per tutta la vita, in Brasile o in qualsiasi luogo del mondo nel quale il Signore mi chiamerà, io vivrò e lavorerò come Figlio di Don Bosco.