Suor Agostina Pietrantoni, un esempio di mitezza

Il 20 novembre nella Cappella dell’Ospedale di Livorno è stata celebrata da monsignor Simone Giusti, coadiuvato dal Cappellano don Placido, la Messa per la ricorrenza della Santa Patrona degli Infermieri Agostina Pietrantoni. Erano presenti numerosi componenti della Direzione dell’Ospedale di Livorno, in particolare il dott. Luca Carneglia, Direttore del Presidio Ospedaliero. Numerose le persone intervenute, infermieri, medici tra cui diversi Primari ospedalieri, componenti delle Associazioni di Volontariato.

Monsignor Giusti ha ricordato all’inizio della celebrazione i sanitari che, sull’esempio di Agostina Pietrantoni, hanno sacrificato la loro vita per curare e confortare i malati. Suor Agostina fu uccisa il 13 novembre 1894 da un suo assistito, malato di tubercolosi, che mal sopportava la mitezza di quella sorella che si prodigava per il bene di tutti. Monsignor Giusti ha ricordato come nella città di Roma in occasione dei funerali, che si tennero tre giorni dopo, ci fosse una folla immensa desiderosa di rendere omaggio a Suor Agostina, tanto che la circolazione stradale era praticamente bloccata.

Nell’omelia ha preso spunto dal brano evangelico appena proclamato, la guarigione del cieco operata da Gesù, sottolineando come Gesù abbia ascoltato il suo grido di pietà nonostante che la folla cercasse di zittirlo.

Ancora una volta la celebrazione della ricorrenza di Santa Agostina Pietrantoni canonizzata da San Giovanni Paolo II il 18 aprile del 1999, e proclamata patrona degli infermieri d’Italia il 20 maggio del 2003 ha messo in risalto le doti di umanità, di empatia, di Misericordia caratteristiche di questa professione al servizio del prossimo.