Soltanto 705 adozioni internazionali nel 2022, mai così pochi i minori arrivati

Una crisi che non conosce soste quella delle adozioni internazionali. I dati comunicati ieri dalla ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità, Eugenia Roccella durante il question time alla Camera, pur non rappresentando una sorpresa, lasciano comunque un po’ d’amaro in bocca; nel 2022 le adozioni sono state solo 705, in calo ulteriore rispetto alle 742 nel 2020 e alle 735 nel 2021. «Pur confermandosi una tendenza calante – ha detto Roccella – si evidenzia una capacità di “resistenza” nonostante il difficile quadro internazionale. L’Italia è ancora il secondo paese di accoglienza al mondo di minori e soprattutto è il paese che adotta più minori con bisogni speciali».

Tutto vero, anche se da tempo gli esperti sottolineano come tante obiettive difficoltà, legate alla situazione internazionale e al mutato atteggiamento di tanti Paesi nei confronti dell’adozione, potrebbero essere affrontati in modo più efficace con una riforma della legge che regola la materia, la “184” del 1983, che ha ormai quarant’anni.

Tra le proposte di aggiornamento di cui si parla da tempo c’è la possibilità di rivedere la definitività della recisione dei rapporti con la famiglia del minore adottato; l’ipotesi di demandare agli enti locali le autorizzazioni all’adozione, sgravando così dal compito i Tribunali minorili; la proposta di attivare percorsi per l’affido internazionale – che oggi non è possibile – in modo tale da aprire la strada a una sorta di “adozione leggera” che permetta una condivisione più ampia delle responsabilità educative. Nel suo intervento ieri la ministra si è concentrata sulle difficoltà internazionali, mettendo in luce le criticità di quattro Paesi – Cina, Bielorussia, Russia e Ucraina – che hanno offerto da sempre grandi possibilità per l’adozione internazionale.

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