Silenzio e gratitudine

Il silenzio delle città! Anche la terra soffre di questo “necessario silenzio” insieme ai suoi abitanti. Ammutoliti e affranti di fronte ad una pandemia che avanza, che penetra insidiosa in ogni luogo. Non siamo più abituati a città silenziose, prive di persone, di luci, di vetrine colorate, con saracinesche abbassate che mettono profonda tristezza. Anche le Chiese, sebbene aperte, intimoriscono per il silenzio del solo tabernacolo, comunque sempre presente! Solo i campanili e le loro campane dominano con i rintocchi il silenzio, mai udito prima. Un silenzio che penetra dentro come un macigno e ci interroga. Le nostre città “deserte” adesso utili solo per beni di prima e urgente necessità. Ovvero ciò che serve per la vita, per soddisfare i fabbisogni primari. Ma cosa è primario nelle società del consumo? Purtroppo non solo gli alimenti! E le sigarette e i gratta e vinci sono “essenziali”? Ma come si fa a togliere vizi divenuti primari, che “liberano forse dall’ansia?” Uno stop forzato e giusto a ciò che è “secondario”, che non può costituire “un uscita per necessità”! Non è sempre facile fare scelte su che cosa chiudere e non chiudere. Non si può stare vicini con gli altri! Il virus può essere abbattuto solamente rinunciando alla nostra vita di relazione, alla nostra dimensione fisica di socialità. Chiusi in casa, per chi può! E almeno coloro che devono continuare a lavorare, per il bene della comunità, chiamati a rispettare le dovute distanze per sfuggire dal virus insidioso. Questa situazione anomala e inimmaginabile  ci costringe a rivedere le nostre vite. Ci obbliga a pensare nella nostra solitudine. A comprendere le nostre debolezze, a frenare le nostre onnipotenze. A innalzare anche il nostro grazie per i tanti che si adoperano con infinita abnegazione per arginare questo “grande male”. Ecco un messaggio  positivo che ho raccolto di una delle tante persone “anonime”, ma silenziosamente presenti in questo momento:”Grazie a tutti coloro che lavorano senza guardare in faccia al pericolo, che con i loro mezzi fanno il meglio, che senza farsi vedere ci fanno mangiare e che dietro a una mascherina ci fanno vivere. Grazie sconosciuti,Grazie fratelli e sorelle d’Italia!”