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Serve uno scatto di orgoglio
Nel complesso quadro economico – sociale attuale che emerge da numerosi studi ed analisi, quali quelle realizzate negli ultimi giorni dall’Istat, il Decreto (almeno nelle varie bozze circolate) #rilancio (fu Aprile) prevede che, al fine di monitorare tempestivamente gli effetti sul mercato del lavoro dell’emergenza COVID-19, sia istituito presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali l’Osservatorio nazionale per il mercato del lavoro in maniera da programmare efficacemente (?) adeguate strategie occupazionali, incluse politiche attive per il lavoro e per la formazione.
L’Osservatorio, in particolare, sarà chiamato a studiare ed elaborare i dati relativi all’occupazione con particolare riferimento all’analisi per competenze, caratteristiche settoriali, territoriali, sociali, demografiche e di genere, ad individuare e definire i fabbisogni generati dalle trasformazioni del mercato del lavoro, anche per effetto dei mutamenti conseguenti all’emergenza epidemiologica, di riconoscere aree prioritarie verso cui indirizzare azioni e interventi per il superamento degli squilibri tra domanda ed offerta di lavoro nonché prevenire e contrastare il lavoro irregolare, a supportare l’individuazione dell’offerta formativa, tecnica e scolastica professionale in base alle richieste dei nuovi profili professionali emergenti ed, ovviamente, ad analizzare e valutare l’impatto delle politiche occupazionali e di sostegno al reddito attivate.
Sempre nella medesima prospettiva, al fine di consentire la graduale ripresa dell’attività dopo l’emergenza epidemiologica, si favorisce, con una previsione legislativa in materia, la realizzazione di specifiche intese di rimodulazione dell’orario di lavoro per mutate esigenze organizzative e produttive delle imprese, con le quali parte dell’orario di lavoro possa venire finalizzato a percorsi formativi dedicati. Gli oneri relativi alle ore di formazione, comprensivi dei relativi contributi previdenziali e assistenziali, saranno, in questo caso, a carico di un apposito Fondo denominato Fondo Nuove Competenze, costituito presso l’ANPAL con una dotazione iniziale di 230 milioni di euro.
Riprendendo, insomma, il titolo di un’iniziativa dell’Europa di un decennio fa, è oggi il tempo di scommettere e d’investire, senza retorica, su new skills for new jobs.
L’importante, alla fine, sembra essere non solo capire chi e quando ma, soprattutto, come far riaprire, progressivamente ed in sicurezza, il paese guardando al futuro e non pensando che si possa, semplicemente, ritornare al mondo prima del #coronavirus.
Al netto delle norme, e delle risorse, serve però uno scatto d’orgoglio di tutto il paese e di tutti i soggetti istituzionali, economici e sociali a vario titolo coinvolti e chiamati, oltre alle mere dichiarazioni di rito, a lavorare insieme per il futuro dell’Italia.
Da parte nostra il MCL farà, come sempre, la propria parte contribuendo, per vocazione e per scelta, con idee, valori e competenze al dibattito nell’interesse del lavoro, dei lavoratori, della giustizia sociale e del nostro paese.