September 5. La diretta che cambiò la storia

Il film di Tim Fehlbaum

Monaco, 5 settembre 1972, Giochi olimpici. Nel cuore della notte nella redazione sportiva dell’emittente statunitense Abc alcuni giornalisti e operatori sentono degli spari arrivare dal villaggio sportivo. Subito partono i primi controlli e una troupe viene inviata direttamente nella zona degli alloggi: si comprende che è in corso un attentato contro la squadra israeliana. Parte la lunga diretta. Alla guida della redazione c’è il veterano Roone Arledge, alla regia è stato appena ingaggiato il giovane Geoff Mason. Tra gli operatori di lungo corso Marvin Bader affiancato dalla giovane interprete tedesca Marianne…

Valutazione Pastorale

Una bella sorpresa il thriller-dramma storico “September 5. La diretta che cambiò la storia” firmato dallo svizzero Tim Fehlbaum. Presentato in anteprima nella sezione Orizzonti Extra all’81a Mostra del Cinema della Biennale di Venezia (2004), il film è nei cinema con Eagle Pictures dal 13 febbraio 2025 nel pieno della corsa ai Premi Oscar, dove è candidato per la miglior sceneggiatura originale. L’opera si confronta con il terrorismo di matrice antisemita, con il tragico assalto alla squadra israeliana durante le Olimpiadi di Monaco del 1972. A ben vedere, però, l’autore non mette in primo piano la vicenda – il confronto con il film “Munich” di Steven Spielberg del 2005 sarebbe stato difficile –, ma la affronta dalla regia di una redazione giornalistica televisiva della Abc. Tutto il film è giocato nel perimetro della comunicazione e della professione giornalistica, tra l’urgenza di dare la notizia, il desiderio di scoop e la responsabilità della verifica dei fatti, delle fonti. Protagonisti gli ottimi Peter Sarsgaard, John Magaro, Ben Chaplin e Leonie Benesch.
La storia. Monaco, 5 settembre 1972, Giochi olimpici. Nel cuore della notte nella redazione sportiva dell’emittente statunitense Abc alcuni giornalisti e operatori sentono degli spari arrivare dal villaggio sportivo. Subito partono i primi controlli e una troupe viene inviata direttamente nella zona degli alloggi: si comprende che è in corso un attentato contro la squadra israeliana. Parte la lunga diretta. Alla guida della redazione c’è il veterano Roone Arledge, alla regia è stato appena ingaggiato il giovane Geoff Mason. Tra gli operatori di lungo corso Marvin Bader affiancato dalla giovane interprete tedesca Marianne…
“Quello che mi ha attratto di ‘September 5’ – ha dichiarato il regista – è la speciale angolazione da cui viene raccontata la storia. Volevamo far luce su un aspetto di questa tragica giornata durante le Olimpiadi di Monaco del 1972: il ruolo dei media. Concentrandoci sulla prospettiva del reporter, ci confrontiamo con i dilemmi morali, etici, professionali e, in ultima analisi, psicologici dei giornalisti”. Tim Fehlbaum dà bene la linea del suo film, indicando dove è direzionato il racconto: recuperare la memoria storica dell’evento e al contempo allargare il campo dello sguardo, soffermandosi su uno degli attori in campo, ossia ruolo di giornalisti, Tv e media in generale. Il film corre veloce come un thriller compatto e serrato, approfondendo soprattutto la psicologia dei personaggi, entrando nelle stanze della mente del gruppo di giornalisti e operatori chiamati a dare la notizia, a gestire lo scoop evitandone la spettacolarizzazione e facendo un racconto che rispetti etica e professionalità. Fehlbaum passa in rassegna i pensieri, le fibrillazioni di ogni elemento della piccola redazione, tra ambizioni, adrenalina, valori e timori. Così i fatti, i tasselli della storia, si impastano a riflessioni ed emozioni dei protagonisti. Un racconto che abita le 24-48 ore degli accadimenti (dal 5 al 6 settembre 1972), senza ulteriori indugi o sbavature. Tutto è circoscritto lì, a quelle ore e a quella redazione, il resto è sfumato sullo sfondo. Anche la chiusura, per tali motivi, appare asciutta, quasi sbrigativa, allo scadere della diretta. Un film che ha carattere, dinamica e ottimi interpreti, da recuperare soprattutto come acuto contributo alla rappresentazione del giornalismo sul grande schermo. Consigliabile, problematico, per dibattiti.