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“Se avrete fede in me farete cose anche più grandi di me”
Nel primo libro della Bibbia, la Genesi, ci sono all’inizio 11 capitoli che a molti possono sembrare dei racconti simili a favole per bambini. Tanti crescendo hanno conservato questa impressione ritenendoli quindi non importanti per la propria vita. Tutt’al più interessanti come parte della letteratura antica propria di popoli primitivi.Il contesto infatti è ubicato in un inizio che sa più di mito che di storia.Ebbene amici cari: gli 11 primi capitoli sono un capolavoro. Io non finisco mai di goderne la lettura e di cercare di capire me stesso e gli uomini di ogni tempo alla luce di quei racconti.
Per dirla con linguaggio del mondo universitario si direbbe che più che la Facoltà di Storia interessano la Facoltà di Psicologia e forse di Sociologia. Ma disgraziatamente interessano anche la storia: quei racconti spiegano bene infatti da dove hanno origine le tante tristi e tragiche vicende che la storia racconta fino ai nostri giorni.
Gli autori di quei capitoli hanno anticipato di millenni quello che sarebbe diventato il mondo nella sua storia millenaria fino a oggi: una sfida a Dio per poi nei secoli diventare una sfida contro Dio e approdare poi alla stessa negazione di Dio, e il tutto ovviamente, soprattutto a partire dal XVIII secolo sempre nella logica dell’emancipazione e del progresso. Atei, non credenti, dubbiosi, menefreghisti. Una grande lista di uomini e donne di ogni luogo,di ogni tempo, di ogni colore e posizione politica.
Ricordiamo brevemente il racconto che ora ci interessa: Dio crea il mondo e nel mondo ci mette Eva e Adamo, due personaggi che rappresentano il culmine dell’evoluzione umana, il passaggio allo stadio di coscienza libera. A Adamo e Eva Dio da tutto in quel giardino dell’Eden. Pone loro un solo limite simboleggiato dall’albero del bene e del male, il cui frutto non devono mangiare.E’ un limite che li obbliga alla prima libera scelta, fondamentale per il futuro destino di tutta l’umanità. Simboleggiato nel frutto di quell’ albero c’è una gelosa rivendicazione di Dio di ciò che gli appartiene: egli è e sempre sarà il fondamento della verità e a lui solo corrisponde il giudizio sulla vita e sulla morte.
“Non dategli ascolto. Sarete come dio” Questo è l’inganno e la menzogna che attraverserà tutti i millenni passati e futuri della storia umana. Adamo e Eva ci cascano e cedono. Quello che succede dopo lo vediamo ogni giorno alla televisione e lo possiamo leggere in tutti i libri di storia.
Essere come Dio vuol dire infatti essere colui che decide che cos’è bene e cos’è male, essere colui che ha potere sulla vita e sulla morte. “ … e venne la Shoah”. Ma nel frattempo sia nei millenni precedenti sin dai tempi di Caino e Abele sia in seguito tutta la storia è cosparsa di piccole e grandi tragedie umane, di piccoli e grandi prepotenti che pretendono di decidere per noi cos’è bene e cos’è male, chi deve vivere e chi deve morire.Ecco le grandi stragi della storia da quelle su piccoli gruppi fino a quelle su popoli interi: i grandi genocidi.
La prima fondamentale libera decisione agli inizi dell’umanità diventa così la prima sfida a Dio che nei secoli sotto varie forme e pretesti diventerà una sfida contro Dio fino alla sua negazione: “la morte di Dio”.
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Di fronte a questo mi viene da fare una prima riflessione.Come è bello e importante il desiderio di migliorare sempre più, come è importante cercare di progredire sempre più e di puntre sempre più in alto. Che tremendo e tragico è invece il delirio di grandezza, l’ossessione del potere, il dominio sulle cose e le persone.Sfidare Dio potrebbe essere anche affascinante quando avviene come una sfida tra amici e al limite anche tra avversari (conosco tanti atei e non credenti persone umili e buoni amici) ma guai a sfidare Dio per prenderne il posto o eliminarlo. La lotta contro Dio per annullarne anche il ricordo è sempre una sfida persa.Non è un delitto voler essere come Dio. Anche Gesù nel vangelo ci sprona a farlo: “Siate perfetti come perfetto è il Padre vostro che è nei cieli” Essere stati creati a immagine e somiglianza di Dio ci rende assolutamente inquieti e desiderosi di raggiungere sempre nuove vette.
Natale è la riprova che Dio non si arrende.Penso che il ragionamento di Dio potrebbe essere più o meno questo: “Volevate diventare come Dio? Ma se questa è sempre stata la mia intenzione fin dall’inizio della creazione, ma con le buone… non in quel modo. Non accetto di essere né spiazzato né spazzato via!”.
E siccome lui a differenza di noi dimentica e non ce la fa pagare, allora ci riprova: “Dio ha tanto amato il mondo da mandare il Suo Figlio, perché attraverso di Lui il mondo abbia vita, vita eterna, vita piena, vita in abbondanza”.
E allora viene a noi alla pari come uno di noi “ e il Verbo si è fatto carne” San Paolo dirà “simile a noi in tutto, meno che nel peccato” San Pietro dirà che grazie al Figlio diventiamo “ consortes naturae divinae”, ossia partecipi della natura divina”. Non è forse questo che volevano Adamo e Eva.
Non ci pone nessun limite, salvo quelli di un cervello funzionante e di un cuore capace di amare “fino a dare la vita per gli amici” come ha fatto lui. Ci chiede una sola cosa che poi è quella che anche noi nel nostro piccolo mondo chiediamo a chi ci sta intorno: abbi fede in me, non mi tradire, non nascondere la faccia, stammi accanto nella bella e nella cattiva sorte. Se lo chiediamo noi, e lo esigiamo dai genitori, dalla moglie o dal marito, dai figli, dagli amici, a maggior ragione lo chiede Lui che per noi è venuto a morire e a vincere la morte con la Sua Risurrezione.
Ma non solo si mette alla pari con noi assumendo la condizione umana come dice magnificamente la lettera ai Filippesi, ma in un testo di Giovanni va oltre.
“Se avrete fede in me farete cose anche più grandi di me”. Non solo cose grandi come me, ma addirittura più grandi di me.Va bene abbassarsi al nostro piano, ma arriva addirittura a dirci quasi compiaciuto e orgoglioso di noi che potremmo in certe occasioni anche superarlo.
Penso allora anche a me prete: le mie parole sono le Sue parole, il mio perdono è il suo perdono, le mie prediche sono i suoi consigli per interpretare il mondo e il tempo in cui viviamo (a volte credo che qualche perplessità ce l’ha ascoltando me, qualche altro prete e anche qualche Vescovo). Arrossisce, tuttavia continua ad agire dietro le nostre azioni, i nostri gesti e le nostre parole. E questo anche nella vita di ogni cristiano: noi siamo il Suo popolo.
Di fronte a tutto questo poveri Adamo e Eva, si morderanno le mani!
COME STA ANDANDO IL TENTATIVO DI DIO ATTRAVERSO IL FIGLIO?
A prima vista sembrerebbe che la vecchia storia di Adamo e Eva tende a ripetersi. Sarà così?Europa, Italia: che ne è della fede dei tuoi padri? Grande domanda che ogni tanto qualcuno si pone.
Con me potete tutto ci dice Gesù, anche molto di più, ma “senza di me non potete far nulla” E san Paolo insiste: “omnia possum in eo qui me confortat” ossia tutto posso in Colui che è la mia forza.
E allora come sta andando la nostra risposta alla seconda e definitiva offerta di Dio con l’Incarnazione del Figlio a Natale?
Davvero anche noi pensiamo di farcela da soli perché tanto noi abbiamo studiato? Pensiamo davvero che bastino le Nazioni Unite a garantire la pace e l’unità del mondo? Pensiamo che Bruxelles e Strasburgo possano davvero sostituire la grotta di Betlemme e il Calvario fuori dalle mura di Gerusalemme? Aspettiamo un grande utopico governo universale? Un nuovo sol dell’avvenire? La globalizzazione delle finanze e del potere? La scienza e la tecnica? Il mito del progresso e la legalizzazione di ogni diritto vero o presunto? Crediamo proprio che le nuove chiese saranno gli stadi e i grandi supermercati?
Queste sono le grandi domande che il Natale ci propone. Questa festa ci ricorda sempre questo tentativo continuo di Dio di offrirci di “essere come Lui”.
Non mi prendete per cinico se quando scrivo finisco sempre auspicando che questo maledetto Covid, visto che c’è, che tarda ad andarsene e che forse non se ne andrà nelle sue innumerevoli varianti, questo covid ci dia una mano a rispondere alle grandi domande con cui Dio ci interpella nel giorno della nascita di Suo Figlio..
BUON NATALE