Controllare tutto o lasciar andare? Guida per genitori ansiosi

Ci sono mamme e papà che pretendono di tenere sempre in pugno la vita dei figli

I genitori si dividono in due grandi categorie. Quelli che seguono i figli passo dopo passo e pretendono di intervenire su ogni aspetto della loro vita. Sono quelle mamme e quei papà che non si stancano mai di spiegare, correggere, dirigere, orientare. Ripetono all’infinito le stesse cose. Magari cambiando qualche aggettivo. Guai se c’è qualcosa che non rientra nei loro progetti, guai se un educatore, un insegnante, un altro adulto osa modificare il loro programma, ingessato e prefissato. Allora intervengono con foga, alzano la voce, pretendono rispetto «perché nessuno capisce mio figlio meglio di me e nessuno può pretendere di insegnarmi cosa devo fare». Sono mamme e papà che non lasciano andare niente, che sono convinti che senza il loro intervento l’educazione dei figli andrà incontro a un esito rovinoso.

Poi ci sono i genitori che scelgono il “profilo basso”, che non sono assenti ma sono anche convinti che l’intervento costante, la presenza occhiuta, la ripetizione estenuante dei consigli e delle raccomandazioni rischia di provocare nei figli l’effetto muro di gomma, quella forma mentale per cui le parole, quando sono troppe, rimbalzano senza lasciare alcun effetto importante. Sono genitori che hanno compreso che esistono realtà che “sono come sono”, e che quindi è inutile accanirsi con un grande dispendio di energie e di tensione per tentare di cambiare ciò che è al di sopra delle nostre possibilità. Genitori convinti che questo comportamento non apre le porte all’arrendevolezza e al fatalismo, ma solo alla saggezza. E che, scegliendo questa strada – che non significa rinunciare ai propri compiti educativi – si può insegnare ai figli che «la vita è sempre più grande di noi e dei nostri problemi».

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