“Ricordati!”: I ritiri spirituali di quest’anno

Il sabato mattina all'istituto Sacro Cuore, guidati da don Piergiorgio Paolini

La memoria è fondamentale nell’esperienza umana, sia personale che collettiva: senza memoria non c’è identità. La Bibbia non si sottrae a questa regola: essa è memoria attraverso la quale il popolo di Dio, Israele prima e la Chiesa dopo, conosce il suo Dio e quindi se stesso. L’Antico Testamento è dominato dalla memoria delle opere compiute dal Signore a favore del suo popolo: «Ricordati che sei stato schiavo nella terra d’Egitto e che il Signore, tuo Dio, ti ha fatto uscire di là con mano potente e braccio teso» (Dt 5,15). Il Nuovo Testamento è la memoria di Gesù, della sua vita e della sua offerta: «Fate questo in memoria di me» (Lc 22,19). Essa va custodita nel proprio cuore secondo l’invito di Paolo: «Ricordati di Gesù Cristo, risorto dai morti, discendente di Davide» (2Tm 2,8).
Nell’Antico Testamento la memoria genera la lode e la supplica. Si loda il Signore, Dio di Israele, per le meraviglie che ha compiuto: «Colpì l’Egitto nei suoi primogeniti, […] Da quella terra fece uscire Israele, […] Con mano potente e braccio teso, perché il suo amore è per sempre» (Sal 136,10-12). Nei momenti di sofferenza e di morte la memoria genera la supplica. Il Sal 77, dinanzi al dubbio che il Signore possa aver abbandonato il suo popolo («Forse il Signore ci respingerà per sempre, non sarà mai più benevolo con noi?» [Sal 77,8]), richiama la memoria delle opere del Signore: «Ricordo i prodigi del Signore, sì, ricordo le tue meraviglie di un tempo» (Sal 77,12).
Nel Nuovo Testamento la memoria di Gesù è insieme lode e supplica. È lode perché «tutte le promesse di Dio in lui [Gesù Cristo] sono “sì”. Per questo attraverso di lui sale a Dio il nostro “Amen” per la sua gloria» (2Cor 1,20). È supplica perché la Chiesa grida nell’attesa del compimento: «Amen. Vieni, Signore Gesù» (Ap 22,20).


«Ricordati» tuttavia non è solo invito rivolto a Israele o alla Chiesa a fare memoria di quanto il Signore ha compiuto ma è anche invito rivolto da Israele al suo Dio perché si ricordi delle sue promesse, della scelta compiuta chiamando Abramo e liberando i suoi discendenti dalla schiavitù d’Egitto. Così Mosè, dinanzi al peccato di infedeltà di Israele, grida al Signore: «Ricordati di Abramo, di Isacco, di Israele, tuoi servi, ai quali hai giurato per te stesso e hai detto: “Renderò la vostra posterità numerosa come le stelle del cielo, e tutta questa terra, di cui ho parlato, la darò ai tuoi discendenti e la possederanno per sempre”» (Es 32,13). La sua preghiera è ascoltata perché «Il Signore si pentì del male che aveva minacciato di fare al suo popolo» (Es 32,14). Anche i salmi chiedono al Signore che si ricordi della sua alleanza: «Ricordati della comunità che ti sei acquistata nei tempi antichi. Hai riscattato la tribù che è tua proprietà, il monte Sion, dove hai preso dimora» (Sal 74,2). Il Sal 106, dopo aver percorso la storia delle infedeltà di Israele, a cui consegue il giudizio, termina con il ricordo del Signore: «Si ricordò della sua alleanza con loro e si mosse a compassione, per il suo grande amore» (Sal 106,45).


I ritiri di questo anno sono una proposta per conoscere la memoria biblica: essa è sempre in relazione al Signore e alla sua opera nei confronti del suo popolo e ci può perciò insegnare a leggere la nostra personale memoria non come semplice sequenza di eventi e persone ma come rivelazione dell’azione divina nella nostra vita. Quanto più forte è la percezione del Signore che agisce nella nostra vita, tanto più grande è la lode che nasce nel cuore e la supplica perché il Signore porti a compimento in noi il suo disegno. In questo senso il cammino di quest’anno è la naturale prosecuzione di quello dello scorso anno.

Ecco il calendario di quest’anno