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Renato Raccis: l’attaccante del Livorno “quasi” campione
Nella Sala Cerimonie del Comune di Livorno è stato presentato il volume: “Il bomber fermato dal destino”, edito da Carlo Delpino e scritto da Umberto Opus e Mario Fadda. Ma chi è il bomber? Il cannoniere è Renato Raccis, che indossò la maglia amaranto dal 1942 al 1947 e che nella stagione 1942/43 realizzò ben 11 gol. Fu quella la stagione d’oro del Livorno che arrivò secondo nel campionato di Serie A, una meta mai più eguagliata. La verità è che il Livorno doveva vincere quel campionato e che la vittoria gli fu “scippata” per non dire rubata!
Il Sindaco, Luca Salvetti, invitato da Gianni Tacchi, che ha diretto e moderato la presentazione, a prendere la parola, ha detto che un filo rosso unisce da tempo Livorno alla Sardegna e in particolare con Mandas ( la cittadina del cagliaritano che ha dato i natali a Raccis) perché quella di Raccis è stata la figura mitica della squadra di allora e Livorno ha costituito uno snodo essenziale della sua vita. L’avvenimento di oggi -ha continuato Salvetti- è nella linea di dare lustro e visibilità ai nostri protagonisti, infatti la nostra città ha avuto dei personaggi “unici e sorprendenti”. L’impresa della nostra squadra nel 1942/43 è un momento straordinario vissuto dalla città che arriva ad un soffio dalla vittoria finale, grazie ad un gruppo di giocatori importanti come Raccis che ha rappresentato l’orgoglio della maglia.
Tra i presenti anche Corrado Nastasio, livornese, che ha giocato in amaranto dal 1965 al 1968 per poi andare al Cagliari che conquista lo scudetto nel 1970, un Cagliari che prese parte ai mondiali con bel sette giocatori. La Sardegna è dunque rimasta nel suo cuore, così come il ricordo di Raccis ha fatto sì che i presenti nella Sala cerimonie fossero quasi tutti sardi!
Anche Igor Protti, a nome dell’Unione Sportiva Livorno, ha detto che era un onore ricordare l’anniversario della nascita di un campione con il quale lo accomunava la passione per il numero 10 che Raccis ottenne quando passò dal Livorno al Milan.
E’ stata poi la volta di Umberto Opus, coautore del libro, ma anche giornalista e Sindaco del comune di Mandas. Raccis -ha detto- è un mito per i giovani sardi e il libro manifesta l’onore che si è voluto dare a questa figura. Fu fermato dal destino, un destino crudele, perché quando giocava nel Milan venne colpito da una forte polmonite che lo fece desistere dal continuare a giocare al calcio e fu una delle componenti della sua morte precoce a soli 56 anni. Opus ha anche ricordato che a Mandas verrà costruita una casa-museo del calciatore e una sala sarà dedicata a Raccis e che il libro vuole essere un veicolo per contribuire “al riscatto del nostro territorio”.
Al termine, hanno preso la parola anche i figli di Raccis, Giorgio ha detto che il calcio non è solo “romantico”, lo prova il fatto della mancata vittoria del Livorno che fu dovuta a pressioni e a interessi di parte. La figlia Donatella ha invece citato un fatto avvenuto nel 2004, quando ricevette l’invito a partecipare a una partita del Livorno con l’Atalanta e l’allora Sindaco Cosimi “in memoria della figura di papà mi regalò una sciarpa del Livorno che oggi porto al collo”. A chiusura della presentazione Igor Protti ha regalato all’autore del libro e ai figli di Raccis lo scudetto e la nuova maglia del Livorno con la scritta “Raccis”.