Qual è la nostra attesa, se non la vita?

Natale tra guerre e maternità negata

E adesso, qual è la nostra attesa? La stagione natalizia propone i suoi rituali di luminarie e mercatini. Ai più pensosi il canto degli angeli sopra il presepe intreccia alla vita che nasce un annuncio di pace. Ma quale pace può piovere ora su noi, terra affannata a far grama la vita gli uni degli altri, a umiliarla, a ucciderla? Se proprio volete trovare un luogo dove la parola “pace” è scritta dappertutto, visitate un cimitero. Oppure no, non si tratta neppure di cercare marmi e cipressi: i cimiteri a cielo aperto stanno ancora nella storia del mondo come le pietre miliari di una insensata follia. A far destino di vita sconfitta, l’inciviltà delle guerre accelera i trionfi della morte.

C’è nelle armi moderne una genialità perversa; al punto da farle mettere al bando da leggi e trattati e protocolli come “disumane”. Ginevra elenca i crimini di guerra; ma chi frena i criminali? Le cronache sull’uso reale delle armi proibite (gas, mine, bombe a grappolo e altro), e sulle devastazioni e i tormenti inflitti alle popolazioni civili, dicono che la disumanità è il veleno annidato nel cuore dell’uomo. Lì è sconfitta la vita.

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