Putin minaccia Kiev e poi frena. La Nato teme un attacco totale

I fantasmi di Kiev li riconosci dall’andatura. È il Donbass fuori dal Donbass. Sono più di 700mila e vagano da sfollati interni nella periferia postsovietica, spesso aggrappati a stampelle scorticate. Sono i superstiti del tiro incrociato, oppure fatti a brandelli dalle mine che hanno trasformato il confine orientale in una gelida Cambogia. Anche loro provano a scappare. Tutti cercano una via di fuga, in Ucraina.

Anche quelli che restano in casa, con la tv accesa per trovare risposte sui giochi ambigui di Putin. I portavoce del presidente aprono a ipotesi di negoziato. Lui scandisce ultimatum. Un altro civile perde la vita nella regione contesa, dove insieme alle colonne moscovite sono tornati a piovere anche i razzi. E Pavlo Kovaltchouk, portavoce delle Forze armate ucraine, comunica la morte di un militare, il ferimento di altri sei nella regione di Lugansk.

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