Priscilla

Germania 1959, l’adolescente Priscilla vive con la famiglia nella base militare statunitense. Lì, a una festa, conosce il già celebre cantante Elvis Presley. Si accende subito una scintilla tra i due: non c’è la mitizzazione del divo, ma semplicemente il dialogo onesto e profondo tra due solitari in cerca di tenerezza. Elvis poi riparte per l’America e le chiede di seguirlo a Graceland, completando lì il diploma. Tutto sembra correre felice e veloce, ma ben presto si palesano insidie legate alla vita pubblica di Elvis, alle sue insicurezze e alle troppe pressioni esercitate dal colonnello Tom Parker…

Valutazione Pastorale

Circa vent’anni di carriera dietro alla macchina da presa e una decina di titoli all’attivo, la regista Sofia Coppola è considerata già un’autrice cult. E non perché sia la figlia di Francis Ford Coppola, ma perché la sua filmografia e il suo stile, così personale e definito, hanno lasciato un chiaro segno nel cinema hollywoodiano. In carriera ha vinto un Leone d’oro con “Somewhere” (2010) e un Premio Oscar con “Lost in Translation” (2003). A Venezia80 ha partecipato in Concorso con “Priscilla”, opera che prende le mosse dalla biografia di Priscilla Presley “Elvis and Me”. Un viaggio sentimentale nell’età verde di Priscilla Beaulieu divenuta poi la moglie del re del rock’n’roll Elvis Presley. A interpretarli due attori in ascesa: Cailee Spaeny (“Una giusta causa”, “Omicidio a Easttown”) e Jacob Elordi (“Euphoria”, “Saltburn”). La Spaeny ha vinto la Coppa Volpi per la miglior interpretazione femminile. La storia. Germania 1959, l’adolescente Priscilla vive con la famiglia nella base militare statunitense. Lì, a una festa, conosce il già celebre cantante Elvis Presley. Si accende subito una scintilla tra i due: non c’è la mitizzazione del divo, ma semplicemente il dialogo onesto e profondo tra due solitari in cerca di tenerezza. Elvis poi riparte per l’America e le chiede di seguirlo a Graceland, completando lì il diploma. Tutto sembra correre felice e veloce, ma ben presto si palesano insidie legate alla vita pubblica di Elvis, alle sue insicurezze e alle troppe pressioni esercitate dal colonnello Tom Parker…

“Sono rimasta colpita dall’autobiografia di Priscilla Presley – ha dichiarato Sofia Coppola – sugli anni che ha vissuto, da giovane donna, a Graceland. E ho cercato di cogliere cosa provasse nell’immergersi nel mondo di Elvis, per poi alla fine riemergerne e scoprire la sua identità. Come artista per me è importante mostrare il mondo attraverso gli occhi dei miei personaggi, senza giudicare. Mi hanno sempre interessato i concetti riguardanti l’identità, il vissuto e la trasformazione degli individui. Questo film indaga il modo in cui Priscilla è diventata quello che è, e cosa significa e ha significato essere donna per lei e per le generazioni successive”. La regista chiarisce bene il suo approccio al film, il modo rispettoso in cui ha deciso di portare la storia d’amore tra Priscilla ed Elvis sullo schermo. Punto di osservazione è quello della giovane donna che lancia il cuore Oltreoceano pur di vivere il suo sogno d’amore con un uomo, e non con un divo. Priscilla si adatta con facilità alle manie, ossessioni, irrequietezze di Elvis, forte del suo amore e soprattutto convinta di saper leggere tra le righe dell’animo dell’uomo sentimenti puri, onesti. Lei lo vede nel profondo.

La regista mette in luce la tenerezza di un amore innocente, “ingenuo”, impreparato alle sfide di una società dello spettacolo feroce e fagocitante. “Priscilla”, in questo, sembra avvicinarsi a “Maria Antonietta”, film della Coppola del 2006 che raccontava la gabbia dorata della regina di Francia. Una giovane donna che pensava di vivere un amore, ma si è trovata in una selva di spine. Con “Priscilla” Sofia Coppola convince nello stile di regia, per il suo sguardo indagatore ma mai provocatore, così come per la sua cura al dettaglio, senza però perdere il senso del racconto. Un’ottima prova. Consigliabile, problematico, per dibattiti.