Presepe vivente a San Ferdinando

La sacra rappresentazione realizzata dai parrocchiani

È una lunga tradizione per i Padri Trinitari e per il quartiere della Venezia la celebrazione del Presepe vivente. Quest’anno sono infatti 32 anni che questa sacra rappresentazione che ricorda la Natività con letture dai Vangeli, viene celebrata grazie alla volontà della Congregazione e dei parrocchiani. Molti i personaggi e tra questi anche gli ospiti del centro di accoglienza dei Trinitari. La corale sarda ha accompagnato questa sacra rappresentazione con canti e musiche di tradizione, insieme alla solista Iolana Affibbiato che ha cantato una commovente Ninna nanna.

Al  Presepe hanno assistito molte persone e non poteva mancare un momento di riflessione riguardo l’attualità. La nascita di Cristo portatore di pace e di luce anche quest’anno è avvenuta in un mondo dove molti sono i luoghi di guerra, violenza, povertà, schiavitù e perseguitati per fede.  Padre Emilio nel rivolgersi ai presenti ha ricordato l’avvenuta liberazione nell’anno appena trascorso, di una famiglia schiava per fede in Pakistan, riscattata e liberata proprio ad opera della Famiglia Trinitaria, si è unito  all’invito del Papa per il Giubileo ad essere «Pellegrini di speranza». È questa dunque un’occasione propizia per riflettere su questa fondamentale e decisiva virtù cristiana che deve distoglierci dall’assumere atteggiamenti di cupo sconforto e malcelato cinismo.

La speranza, invece, è un dono e un compito per ogni cristiano. È un dono perché è Dio che ce la offre. Sperare è attendere qualcosa che ci è già stato donato: la salvezza nell’amore eterno e infinito di Dio. Quell’amore, quella salvezza che danno sapore al nostro vivere e che costituiscono il cardine su cui il mondo rimane in piedi, nonostante tutte le malvagità dell’uomo. Sperare, dunque, è accogliere questo regalo che Dio ogni giorno ci offre con l’augurio che questo Bimbo appena nato apra i nostri cuori e ci renda testimoni del Suo grande Amore.