Diocesi
Prendersi cura gli uni degli altri
Le confessioni cristiane si sono riunite nella Chiesa valdese per celebrare la Settimana di Preghiera per l’unità dei Cristiani. Per tutta la settimana il testo di Isaia “Imparate a fare il bene, cercate la giustizia” (Is 1, 12-18)ispira gli incontri ed è inserito nei testi di confessione dei peccati e di richiesta di perdono.
Dopo il saluto iniziale del Pastore Valdese Daniele Bouchard e la lettura dei brani Scritturistici da parte dei membri delle varie confessioni cristiane, il Pastore della Chiesa Avventista, Evelin Stuparu ha commentato la pericope dal Vangelo di Matteo (25,31-40) che ha un significato apocalittico (si parla del Giudizio finale ) e per questo motivo non è facile da comprendere e spesso viene tralasciato anche nei commenti durante le celebrazioni. In questo brano, Il Signore, visto come Re, non parla di pluralità di fedi, ma di due categorie che vengono dal mondo medio orientale e sono nello specifico le pecore e le capre, legate al mondo pastorale. Non parla quindi di Chiese, né di Chiesa, ma fa riferimento a due categorie di persone. Oggi quando vogliamo valutare la religiosità di un popolo, siamo soliti guardare la frequenza delle persone che vanno in chiesa e si ritiene che chi più spesso va in chiesa, è un bravo religioso. Come ben vediamo sono semplicemente delle valutazioni umane. Questo non significa che non dobbiamo andare in chiesa oppure pensare che per guadagnare il cielo basta andare in Chiesa, “Andare in chiesa vuol dire imparare a fare il bene e dimenticare il bene che abbiamo fatto, perché quando siamo davanti a Cristo dimentichiamo di essere bravi, di essere i migliori”. Se guardiamo a Cristo diventiamo consapevoli di quanto Lui ha fatto per noi e impariamo che il nostro dovere è il servire. Matteo infatti ci dice che saremo giudicati per quello che abbiamo fatto nel mondo; in chiesa impariamo a servire e l’esame viene fatto fuori. Che significato e che differenza tra le pecore e le capre? E’ semplicemente una differenza di natura. Fin dalle origini il Signore ci ha preparato il Regno e Dio non ha predisposto alcuni per il Regno e altri al fuoco eterno come invece Agostino, Lutero o Calvino sostenevano. La Bibbia parla solamente di Regno preparato per tutti coloro che hanno sempre visto nell’altro un fratello o una sorella il volto del Signore e hanno dato parte della loro vita. Non basta la preghiera, ma l’esserci per il fratello o sorella nel momento del bisogno. Come cristiani, abbiamo il dovere di essere uniti nella nostra responsabilità di amare e prenderci cura degli altri perché noi siamo stati per primi amati e curati da Dio, Solo agendo così potremo davvero vivere la nostra fede mediante le nostre opere a servizio del mondo.
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