Diocesi
Prendere sul serio il Natale e vivere il Vangelo

Io sono cresciuto in un clima di ateismo “combattivo”. Qui in occidente, a differenza dell’Europa orientale e di altri paesi, non fu mai se non in casi sporadici un ateismo violento e sanguinario.
In Occidente era una battaglia ideologica, culturale e politica. Il comunismo era forte e in alcuni paesi, vedi Italia, Francia e Spagna molto forte. I loro capisi dichiaravano e erano decisamente e schiettamente atei e una buona parte del popolo in forma più o meno conscia li seguiva anche in questo versante. Io continuo a sostenere che in gran parte il nostro popolo più che contro Dio e la religione ce l’avesse coi preti. Resta il fatto che in forma cattedratica o in forma popolare la parola “ateo” era di uso abbastanza corrente. Per molti soprattutto tra il popolo il dichiararsi tale assumeva spesso anche il carattere di una sfida, di un gesto di riscatto dal “giogo” del padrone e della chiesa, intesi a torto o a ragione come due alleati reazionari tenuti insieme dall’idea di “ordine e religione”.Non credo che il nostropopolo fosse proprio ossessivamente attratto e convinto dal “materialismo storico e dall’ateismo scientifico”!! .
Anche la Chiesa con il Concilio Vaticano II aveva in tante parti del mondo scoperto la dimensione
(Era il tempo del grande dibattito sulla teologia della liberazione. Di questo fenomeno io stesso sono stato sia testimone che soggetto attivo negli anni settanta del secolo scorso in America Latina, e più precisamente durante la dittatura del gen. Stroessner in Paraguay. Erano i tempi delle dittature in Argentina, Brasile, Uruguay, Chile, Bolivia ossia di tutte quelle nazioni che formavano il cosiddetto “Cono Sur” e che erano unite dal “Plan Condor”).
Comunque l’impegno di tanti cristiani e della Chiesa a favore dei poveri contro la diffusa ingiustizia sociale e politica toglieva ai vecchi atei un motivo in più per una lotta diventata ormai anacronistica.
Una cosa comunque è certa e irreversibile a mio avviso: la lotta contro le “strutture” capitalistiche che tanta paura faceva agli amanti dell’ordine, Chiesa compresa, pian piano perde la sua carica dura e violenta. La lotta contro “le “strutture di peccato” come le chiamerà Paolo VI guiderà ormai in forma esplicita il pensiero e l’azione della Chiesa ben oltre la dimensione economico-politica che ne sarà comunque parte importante.Nell’ espressione “strutture di peccato”siamo coinvolti tutti a livello personale e sociale. Non più solo un nemico esterno, ma anche uno interno: il nostro personale peccato. Questa è la Chiesa di Giovanni Paolo II, di Benedetto XVI e di Francesco che alcuni appunto anche se in grado diverso hanno accusato e accusano di essere “dei Papi un po’ comunisti”.
Con il venir meno (si spera) dell’ateismo militante è venuta meno anche una componente importante nella lotta tra destra e sinistra, oggi conservatori e progressisti. Anzi dal punto di vista della “non-credenza” i vecchi nemici si sono ritrovati “alleati” pur mantenendo le differenze politiche. Basta seguire l’iter di tante leggi non proprio cristiane e a volte forse anche poco umane dove i vecchi nemici votano insieme.
Non è esistito solo l’ateismo di Stato dei paesi comunisti, sono secoli che esiste
Conclusione:
Ma a Natale come millenni fa Dio viene nella persona di Gesù di Nazaret alla faccia di atei, non- credenti e credenti in genere e ci porta il suo Vangelo che è un contenitore di parole e gesti veramente rivoluzionari. Se almeno noi cristiani ci credessimo sul serio. Prendere sul serio il Natale e vivere il Vangelo, questa sarebbe veramente la rivoluzione contro le strutture di peccato.Quante rivoluzioni ha visto la storia.A Natale ricordiamo però la rivoluzione cristiana, del Dio fatto Uomo. Questa rivoluzione dura ancora, con alti e bassi. A differenza di tante altre non è passata, non si è frustrata. Ogni tanto nella storia si blocca, fa qualche passo indietro ma poi va avanti.Chissà che anche l’attuale pandemia non ci dia la forza e il coraggio di riprovare ancora, di non smettere mai di riprovare a fare l’unica rivoluzione autentica.
“In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. 25 Chi difende gelosamente la propria vita, laperde e chi offre generosamente la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vitaeterna”.Questa è la regola d’oro della rivoluzione cristiana cominciata più di duemila anni fa: offrire il dono della propria vita. Lo ammetto: è difficile ma affascinante.
A proposito: Natale ha a che fare anche con la vita eterna checchè ne pensino i vecchi atei, i gentili e cortesi non-credenti e i tanti furbetti che vorrebbero salvarsi la faccia con la banale e consueta espressione “sono credente ma non praticante”.
BUON NATALE A TUTTI.
*dalla rivista Il Centro