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Perché sì alla Messa per un funerale e no alla Messa quotidiana o domenicale?
Certamente il numero dei fedeli in questo tempo di Coronavirus deve essere contingentato, con le mascherine e i guanti, ben distanziati e possibilmente all’aperto e quindi non si capisce la logica che ha guidato il Governo a varare misure incomprensibili e perniciose per le libertà individuali e collettive: il cristiano è un cittadino della Repubblica come gli altri, con gli stessi doveri ma anche gli stessi diritti. Capivamo un “no” ad ogni celebrazione come è stato per Marzo e Aprile vista la virulenza dell’epidemia, ma non comprendiamo ora, nella Fase 2, perché il “sì” ad una Messa funebre e un “no” alla stessa Messa però alla domenica o in un giorno feriale. Si badi bene non si fa problema del numero anche se su questo ci sarebbe non poco da discutere: 20 persone alla Chiesa del Cimitero dei Lupi o della Cappella del Cimitero della Misericordia o della Purificazione o di Montenero non sono certo la stessa cosa che venti persone nella Chiesa dei Salesiani. Siamo davanti al teatro dell’assurdo e ci sarebbe solo da ridere se non fosse che sono posizioni ufficiali del Governo della Repubblica Italiana. Se viene riconosciuto il diritto alla Messa funebre deve essere riconosciuto anche il diritto alla Messa in qualsiasi altra occasione!
Perché quindi questa posizione governativa? Viene da chiedersi se non ci sia una tale ignoranza da parte di alcuni cosiddetti “esperti”, da essersi lasciati guidare nel formulare queste norme solo dall’emozione riguardante il commiato del congiunto, come ha fatto tra l’altro intendere lo stesso Presidente del Consiglio. Questi sono veri e propri soprusi e avvengono quando l’ignoranza religiosa è tale da non comprendere più cos’è la Chiesa e le sue 26.000 comunità parrocchiali!
+ Simone Giusti
Vescovo di Livorno