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“Per me e per te”: Quando una firma diventa un gesto d’amore ecclesiale
A proposito dell'8xmille

C’è un momento dell’anno in cui ci viene chiesto di firmare. E in molti, ogni volta, ci fermiamo a pensare: “Perché dovrei?” È comprensibile. Viviamo tempi in cui la fiducia è fragile. Dove vanno i soldi? Verranno davvero usati bene? E poi: perché proprio alla Chiesa?
Ma ci sono gesti piccoli che, se vissuti con consapevolezza, possono diventare profondamente spirituali. Uno di questi è la firma per l’8×1000 alla Chiesa Cattolica.
Non è un favore, non è un obbligo. È un gesto “per me e per te”, come disse Gesù a Pietro quando gli chiese di pagare il tributo per il Tempio (Mt 17,24-27). Non lo fece per dovere. Non lo fece per convenienza. Lo fece per amore, per comunione, per non scandalizzare. Per ricordarci che anche ciò che sembra piccolo o burocratico può diventare un luogo di verità e di dono.
La carità che non si vede, ma cambia il mondo
Molti fanno fatica a fidarsi perché non vedono il risultato immediato. Eppure, la carità vera non sempre si vede. È come un seme che cresce nel silenzio. È un gesto fatto non per avere qualcosa in cambio, ma per amore di ciò che si ama.
Il grande pensatore russo Sergej Bulgakov, economista diventato sacerdote e teologo, ha scritto che “donare è il modo più profondo di partecipare alla creazione”. Secondo lui, il dono autentico trasfigura la materia e la inserisce nel dinamismo eucaristico del Regno di Dio.
Quando offro qualcosa con amore — anche economico — sto partecipando al mistero della vita che si genera, della comunione che si costruisce, della Chiesa che si rinnova.
È un atto che si fa nel silenzio, ma non è un atto cieco. Perché Dio vede ciò che è nascosto. E perché la Chiesa, oggi più che mai, fa tutto il possibile per mostrare con chiarezza cosa ne fa di quei fondi.
Tutto è trasparente, se hai occhi per vedere
Sul sito ufficiale dell’ACEI – Amministrazione per il Sostegno Economico alla Chiesa Cattolica (www.8xmille.it) è possibile consultare ogni anno il rendiconto completo: progetti, numeri, cifre, diocesi coinvolte, finalità raggiunte. Tutto è pubblico. Tutto è visibile. Non c’è nulla da nascondere.
– Oltre 226 diocesi in Italia sono sostenute dall’8×1000
– Più di 20.000 parrocchie ricevono un aiuto concreto
– 32.000 sacerdoti possono vivere il loro ministero, anche in zone dimenticate
– Ogni anno nascono progetti di carità, oratori, accoglienza, salute, cultura, missione
E tutto questo non è magia, non è potere: è comunione, responsabilità condivisa.
Lo Stato stesso riconosce a ciascuno la possibilità di scegliere. Anche chi non è obbligato a presentare la dichiarazione dei redditi può comunque indicare a chi destinare l’8×1000.

Il modulo 730: una firma semplice, ma concreta. Può essere fatta anche da chi non è tenuto a presentare la dichiarazione. Basta compilare la scheda e consegnarla.
Per chi è indeciso: non aspettare di vedere per credere
Se senti ancora una voce dentro che ti dice: “Non so dove va a finire… non sono sicuro…”, voglio dirti una cosa con rispetto: va bene dubitare. Ma non lasciare che il dubbio diventi chiusura.
Gesù ha elogiato chi crede senza vedere. La vera carità è spesso una fiducia anticipata: io do, anche se non vedo subito, anche se non capisco tutto, perché sento che quello che do può fiorire in modi che non controllerò mai.
Firmare l’8×1000 non è un salto nel buio. È un passo nella luce. Una piccola luce che tu accendi per te, per la tua comunità, per chi verrà dopo.
Non costa nulla. Ma vale tutto.
Questa firma non ti costa nulla in più: non è una tassa, non è un prelievo. È semplicemente la possibilità di destinare una parte delle tasse che comunque paghi a un’opera buona, concreta, ecclesiale.
E questo gesto, che per lo Stato è fiscale, per il cristiano può diventare spirituale. Un piccolo atto liturgico fatto con la penna, ma vissuto con il cuore.
Come fare?
– Se presenti la dichiarazione dei redditi (Modello 730, Modello Redditi, Certificazione Unica), troverai un apposito riquadro “Scelta per l’8×1000 dell’IRPEF”.
– Firma sotto la voce “Chiesa Cattolica”.
– Anche chi è esonerato può firmare, compilando il modulo e consegnandolo in busta chiusa a un CAF, a un ufficio postale o a un intermediario abilitato.
Conclusione: “Per me e per te”
Gesù disse a Pietro: “Paga anche per me e per te”. In quel gesto c’era tutta la dolcezza della responsabilità condivisa.
Anche noi oggi possiamo fare lo stesso. Non per obbligo. Ma per amore.
Firmare l’8×1000 è una forma concreta di comunione. È dire alla Chiesa: “Ci sono anch’io. Non sei sola.” È dire a Dio: “Mi fido di Te, anche se non vedo tutto.” È dire al fratello: “La mia firma è per me… e per te.”
leggi come saranno spesi i fondi 8xmille del 2025 https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/approvata-la-ripartizione-per-il-2025dai-fondi-del