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Parla il demografo Rosina
«Siamo una squadra di calcio senza visione di gioco, che tiene i giovani in panchina. Viviamo in un Paese irresponsabile», dice il professor Alessandro Rosina. Quello del demografo della Cattolica, e coordinatore del “Rapporto giovani” dell’Istituto Toniolo, non è un giudizio, piuttosto una constatazione: «Perché aver aumentato il livello del nostro debito pubblico e aver consentito gli attuali livelli di denatalità senza intervenire è da irresponsabili». Soprattutto nei confronti della giovani generazioni che si vedono caricare una situazione insostenibile sulle spalle, rinviano le loro decisioni sul futuro, e portano la scelta di aver il primo figlio verso la soglia di età oltre la quale diventa mera utopia. E questo spiega perché sono tanti i nuclei con un figlio solo o che addirittura non riescono ad averne. Un problema europeo, nota Rosina, ma mentre gli altri hanno messo in campo delle politiche di contrasto (la Francia da più tempo, più di recente la Germania) «in Italia – denuncia – non è mai stata messa in campo una politica efficace per invertire la tendenza». Mo- stra delle slide dalle quali emerge, se possibile, che la situazione peggiora di anno in anno. «Bisogna intervenire sul nodo della maternità tardiva, e sulle cause che lo generano», avverte. E le statistiche mostrano impietose il nesso con il problema del lavoro. Anche perché le coppie giovani che provano a metter su famiglia per tempo troppo spesso finiscono sotto la soglia di povertà e bussano di nuovo alla porta dei genitori. Il tema dell’incontro – moderato da Massimo Ferlini, presidente del dipartimento Lavoro della Fondazione per la Sussidiarietà – è “tra denatalità e generatività: la sfida del lavoro”. Una parola – generatività – che usa spesso l’altro relatore, Mauro Magatti, sociologo della Cattolica: «Non mi è cascato un mattone in testa che mi fa ripetere sempre le stesse cose», scherza. «È il tema che è cruciale. La demografia è un fatto serio, perché parla di noi. E i dati dicono che la famiglia è sempre più sola, che non ce la fa. Non è pensabile rinviare ancora un intervento. E – conclude – tocca innanzitutto a noi restituire uno sguardo alla realtà “cattolico”. Etimologicamente parlando si tratta di guardare a tutta la realtà, senza “spacchettarla”».