Padre Damiano ci scrive

La crisi economica e finanziaria del Libano ha ridotto in povertà milioni di persone negli ultimi due anni. La pandemia di COVID-19, l’esplosione del porto di Beirut e il deterioramento della crisi politica hanno aggravato le sofferenze dei libanesi vulnerabili e dei rifugiati siriani. Oggi i libanesi si trovano ad affrontare shock alimentari ed energetici mondiali derivanti dalla guerra in Ucraina. Ovunque un’impennata dei prezzi dei beni di prima necessità, in primis il pane; anche la benzina e i carburanti raggiungono costi insostenibili. La gente non ha più nulla da mangiare e muore per l’impossibilità di pagare medici e medicine. Proseguono i tentativi di fuga via mare dal Paese allo stremo: decine trasferiti in Grecia. A bordo di imbarcazioni di fortuna e traghetti, salpano da Tripoli e cercano di raggiungere le coste italiane.Continua, intanto, il crollo del valore della lira libanese rispetto al dollaro statunitense: sul mercato di cambio, ieri un dollaro era scambiato a 33mila lire, record negativo sorprendente se si considera che a fine 2019 veniva scambiato al tasso fisso di 1.500 lire. La moneta in circolazione a Beirut ha perduto più del 95% del suo valore in due anni. Il Libano è di fatto in default economico dal marzo 2020. Uno stipendio di 1 milione in lire libanesi non basta nemmeno per un pieno di benzina.La nostra associazione “Oui pour la Vie” continua ancora con la “cucina” di Damour, l’ambulatorio per i test sanitari e per AIDS – droga e alcool, il centro di ascolto per le medicine e la scuola per bisognosi di ogni appartenenza e provenienza.Si chiedono sempre a tutti aiuti e pubblicità.In Libano chi ha un pezzo di terra, anche se prima era destinato a giardino, cerca di utilizzarlo al massimo per coltivare, oltre che per mettere piccoli allevamenti di galline o anche capre. Lorice è una signora abbandonata dalla propria famiglia, a 80 anni è costretta ancora ad andare a lavorare la terra e a far le pulizie, perché in Libano non esistono pensioni di anzianità, eccetto che per i dipendenti pubblici. I nostri volontari visitano Lorice, hanno riparato il tetto della sua povera dimora, e lei porta sempre uova, ortaggi e frutta alla nostra cucina.Adesso nella nostra scuola di Damour, gestita da Oui pour la Vie, cominciamo a raccogliere i frutti di tanto impegno. I nostri insegnanti stanno in questi giorni preparando gli scrutini per valutare la posizione di ogni singolo bambino e vedere se ammetterlo o no al livello superiore di apprendimento.Molti alunni rifugiati, di tutte le età cominciano a leggere e a scrivere. Non si può immaginare quanto siano contenti, solo perché’ cominciano a riconoscere le parole in inglese, arabo e iniziano a fare i primi calcoli di matematica. Le mamme di questi rifugiati ci ripetono sempre che grazie a “Oui pour la Vie” i loro bambini hanno lasciato la strada e i pericoli di droga e violenze.Il nostro problema è che noi riceviamo ogni giorno richieste in più, ma non abbiamo abbastanza spazio. Ogni persona, di qualunque religione appartenga, fede e provenienza è “obbligata” nonostante tutto ad essere contenta quando vede il grande bene che si diffonde nella vita dei piccoli alunni che iniziano le prime fasi dell’apprendimento. Tutto questo è solo grazie ai benefattori di “Oui pour la Vie” che siamo riusciti ad arrivare fino a questo punto. Un grande grazie!Per testimonianze in Italia tel 333/5473721 pdamianolibano@gmail.com; Per inviare offerte: Bonifico sul conto: Oui pour la Vie, presso Unicredit Cascina (PI). IBAN: IT94Q0200870951000105404518; (BIC-Swift: UNCRITM1G05 se richiesto). Indicate nella causale del bonifico il vostro email / telefono e avvisateci dell’offerta scrivendo a info@ouipourlavielb.com. Grazie. P. Damiano Puccini