cinema
Paddington in Perù
Il film di Dougal Wilson

Paddington ha appena ottenuto la cittadinanza inglese (e un “very british” ombrello) e tutta la famiglia Brown festeggia con lui. Le cose non potrebbero andare meglio. Ma c’è aria di novità: Judy e Jonathan sono cresciuti, la ragazza presto andrà al college e la casa di Windsor Gardens sembra ogni giorno più grande e vuota alla signora Brown. Quando dal Perù arriva una lettera della direttrice della casa di riposo dove vive zia Lucy, che la descrive malata e triste, tutta la famiglia (signora Bird inclusa) decide di partire per il Sudamerica per andare a trovare la centenaria orsa: avventure, pericoli e sorprese non mancheranno.
Valutazione Pastorale della Commissione CEI
L’ orso goloso di marmellata all’arancia, con il suo vecchio cappello e l’inseparabile valigia, non cessa di appassionare grandi e bambini dal lontano 1958, quando Michael Bond ha pubblicato il primo racconto a lui dedicato: “A Bear Called Paddington”. Tradotto in più di 40 lingue, le avventure del gentile, educato e goloso orsetto “attiraguai” sono approdate sul grande schermo nel 2014 (“Paddington”) e nel 2017 (“Paddington 2”), entrambe diretti da Paul King. Nel febbraio del 2025 ecco “Paddington in Perù”, con la regia dell’esordiente Dougal Wilson.
La storia. Paddington (realizzato in CGI) ha appena ottenuto la cittadinanza inglese (e un “very british” ombrello) e tutta la famiglia Brown festeggia con lui. Le cose non potrebbero andare meglio. Ma c’è aria di novità: Judy e Jonathan sono cresciuti, la ragazza presto andrà al college e la casa di Windsor Gardens sembra ogni giorno più grande e vuota, soprattutto alla signora Brown. Quando dal Perù, dalla casa per orsi in pensione dove vive zia Lucy, arriva una lettera della direttrice che la descrive malata e triste, tutta la famiglia (signora Bird inclusa) decide di partire per il Sudamerica alla ricerca della centenaria orsa. Tra improbabili suore canterine e capitani infingardi su battelli, aerei e mezzi di trasporto improvvisati, i Brown vagheranno per la foresta amazzonica in cerca della famosa Eldorado, la mitica città dove sarebbero nascoste enormi quantità di oro e pietre preziose. La troveranno e scopriranno un tesoro molto diverso, ma non per questo meno prezioso. Soprattutto per Paddington, che finalmente conoscerà le sue origini e dovrà scegliere se restare in Perù o tornare in Inghilterra.
Nonostante il cambio di regia – Paul King resta comunque come co-sceneggiatore – e dell’interprete della signora Brown (ora affidata a Emily Mortimer), “Paddington in Perù”, conserva l’umorismo un po’ stralunato e l’ingenuità dei titoli precedenti, a cui aggiunge il sale della natura selvaggia e di imprevedibili colpi di scena. Intorno all’irresistibile Paddington, poi, si muovono mettendosi in gioco alla grande (e a guardarli verrebbe da pensare anche divertendosi molto) attori di primo piano. Tra questi la premio Oscar Olivia Colman (“La Favorita”, 2019) nel ruolo dell’ambigua madre superiora; Hugh Bonneville (nella serie “Downton Abbey”) che è ancora una volta mr. Brown; Antonio Banderas, il bugiardo capitano Cabot; Julie Walters (Golden Globes nel 1984 per “Rita”, ma conosciutissima per il ruolo di Molly Weasley nella saga di “Harry Potter”) e Jim Broadbent (Oscar 2002 per “Iris. Un amore vero”, anche lui nel cast di “Harry Potter” come prof. Lumacorno). Senza dimenticare Hugh Grant, il cattivo Phoenix già nelle storie precedenti e qui in un cameo nella scena post credit.
“Paddington in Perù” è un film piacevole, un mix riuscito di comicità e avventura, visivamente coinvolgente, una storia che parla di accoglienza, legami, rispetto della natura e degli altri, un racconto di crescita in cui l’eroe deve trovare le proprie radici e con esse il suo posto nel mondo. Un processo inverso rispetto a quello a cui è chiamato il capitano Cabot, che deve “liberarsi” dei suoi ingombranti e avidi antenati per ritrovare il suo futuro nell’affetto e nella cura di sua figlia. Consigliabile e brillante, particolarmente adatto a un pubblico familiare.