Oggi più che mai preghiamo insieme per la pace

La Comunità di Sant’Egidio ha ospitato nella Chiesa di San Giovanni la celebrazione ecumenica di chiusura della settimana di preghiera per l’unita dei Cristiani nel giorno in cui si ricorda la conversione di san Paolo.Lorenza Litrico ha dato il benvenuto per la Comunità di Sant’Egidio a tutti i rappresentanti delle Confessioni cristiane esprimendo l’importanza oggi più che mai di pregare per la pace e per avere un impegno comune per fare in modo che la società non scarti il debole e il povero.

Daniele Bouchard pastore della Chiesa Valdese, commentando le Lettera di san Paolo agli efesini ha sottolineato l’importanza di superare le divisioni tra cristiani. Le varie Chiese hanno valori che interagiscono e sono fondati nel Dio uno e Trino. Paolo presenta quattro immagini a tal proposito. La prima è quella del corpo a lui molto cara. Le diverse parti, le chiese e le tradizioni sono ciascuna essenziale all’altra e allo stesso tempo ogni parte ha bisogno dell’altra e ogni Chiesa deve avere il senso della reciprocità. La seconda immagine si parla di una città intesa come società dove nessuno deve sentirsi straniero e noi siamo gli uni con gli altri concittadini con pari diritti e doveri. Molto importante la terza immagine della famiglia dove ci sono rami diversi, quindi come cristiani siamo fratelli, cugini, parenti. L’ultima immagine è quella dell’edificio, non come una struttura ben definita, ma in costruzione dove le parti però sono ben strutturate e ha le basi solide in Cristo e negli apostoli e si innalza per diventare il tempio del Signore.Ha quindi espresso il desiderio che il Signore ci faccia essere parti attive del suo corpo, parti funzionali della sua casa e riconoscendoci gli uni gli altri anche come cittadini.

Il pastore della Chiesa battista, Thomas Haghen nel commento al Salmo, descrive l’autore, angosciato e triste, che si sente abbandonato da Dio, ma non lo può rinnegare e si ricorda della gioia che provava quando lo sentiva vicino. Dobbiamo guardare oltre il presente, non spaventarci e andare avanti sia nel cammino personale che nel perseguire la giustizia.

Monsignor Simone Giusti vescovo di Livorno, commentando la pericope del Vangelo di Matteo dove Dio è giudice, invita ad interpretare il Signore a partire dal senso biblico del libro dei Giudici. Dobbiamo poi contestualizzare il testo nella tradizione ebraica pastorale, dove le capre stanno al chiuso e le pecore che stanno fuori, sono quelle che devono essere scelte. Dio non è neutro di fronte a chi aggredisce ed è aggredito. Sta dalla parte del debole, di chi sa amare, di colui che è capace di condividere e di essere solidale. Il dialogo ecumenico è la via per costruire l’unità perché siamo una cosa sola perché il mondo creda.

(leggi l’intervento del vescovo)

A conclusione, il pastore avventista Evelin Stuparu ha ripreso il concetto della necessità di arrivare all’unità che è possibile conseguirla se sappiamo leggere e comprendere la Parola di Dio e se ci sentiamo nelle sue mani.La Bibbia non è un libro di istruzioni per la vita ma una parola eterna che dà la vita.

Questa Settimana di preghiera e di incontri offre la possibilità di trasformarci come individui e società. Dobbiamo aprirci alla presenza di Dio e chiedere la grazia per cambiare e smantellare i sistemi di oppressione e di guarire dal peccato di razzismo e insieme dobbiamo impegnarci per la lotta per la giustizia nella nostra società. Tutti apparteniamo a Cristo.

guarda le foto scattate da Antonluca Moschetti

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