Norme troppo vaghe

«La nota verbale di monsignor Gallagher sul ddl Zan non è mica una scomunica o una dichiarazione di guerra. Insomma, non la riterrei un’ingerenza della Santa Sede…», dice il professor Cesare Mirabelli, 79 anni, presidente emerito della Corte Costituzionale e consigliere generale della Pontificia commissione per lo Stato della Città del Vaticano.Sarà, professore, ma ha originato un immediato altolà. «L’Italia è uno Stato laico», ha detto il premier Draghi. E il presidente della Camera, Fico, non è stato da meno: «Il Parlamento è sovrano».«Il Parlamento è sovrano e rimane sovrano, nessun attacco alla laicità dello Stato da parte della Chiesa, la nota verbale è uno strumento molto usato in ambito internazionale e ha un fine collaborativo, s’inserisce comunque in un quadro di amicizia e serve a prevenire possibili contrasti dovuti a violazioni di un accordo fra soggetti sovrani. Meglio prima che dopo, no? Perché, malgrado le polemiche, il rischio che l’accordo di revisione del Concordato del 1984 possa essere violato, in questo caso, è indubbio».

Addirittura?«L’accordo di revisione del Concordato garantisce alla Chiesa dei diritti che già la Costituzione afferma e, sotto questo aspetto, è un rafforzamento dei diritti costituzionali. In particolare, le libertà sancite dall’articolo 2 ai commi 1 e 3, come la libertà di educare, la libertà di esercitare il magistero e per i cattolici, ma evidentemente per tutti, la libertà di manifestazione del pensiero, di parola, di scritto e poi la libertà delle scuole…».

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