Natale: non nasce solo un Bimbo, nasce l’Uomo Nuovo

Perché si nasce? Grande domanda

Da parte di Dio la risposta è certa: se ogni creatura umana è fatta a “immagine e somiglianza di Dio” per Lui  deve essere un meraviglioso e divertente gioco disseminare nel mondo tanti esseri più o meno intelligenti e buoni simili a Lui.

In teologia si dice che “amor diffusivum sui” ossia l’amore ha bisogno di espandersi, di diffondersi, e in Dio questo significa creare continue piccole meravigliose creature, piccoli meravigliosi frammenti della sua sfolgorante luce. Ma  la cosa ancora più interessante  è che “Dio non sbaglia un colpo”. E non ci butta giù dove capita, ma ci affida sempre a qualcuno che ci accolga e ci custodisca. A ogni nato affida un compito. E’ un meraviglioso stratega: egli vede dove c’è un bisogno che deve essere colmato: lì c’è bisogno di quella particolare creatura.  A ognuno affida  una vocazione che dovrà essere pian piano scoperta nel crescere con l’aiuto di chi ci sta intorno e si prende cura di noi. Perché ciò per cui Lui ci mette al mondo Lui lo sa perfettamente bene, ma l’affida alla nostra libertà con tutti i rischi e i pericoli di restarne egli stesso “deluso”.

Lo so che a noi questo sembra difficile da credere guardandoci intorno e qualche volta guardando anche a noi stessi soprattutto quando capita che qualcuno, come Giobbe maledica il giorno che è nato.“3Perisca il giorno in cui nacquie la notte in cui si disse: «E’ stato concepito un uomo!».11E perché non sono morto fin dal seno di mia madree non spirai appena uscito dal grembo?Ma lo sottolineo di nuovo: Dio non sbaglia un colpo, e quindi il problema deve essere visto e affrontato dal versante di chi riceve il dono della nuova creatura. E’ lì che si deve investigare e porre rimedio. Una volta la si chiamava educazione, responsabilità politica, senso della famiglia e quant’altro.Ogni creatura che nasce noi diciamo che “ è venuto al mondo” . Purtroppo ogni entrata nel mondo è un’entrata nel groviglio di milioni di libertà spesso malgestite, contrapposte, oppresse e opprimenti.

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Come si nasce?

Per disseminare il mondo di “piccoli dei” simili a Lui  Dio si serve di noi, e in generale si serve dell’amore di un uomo e di una donna, amore non sempre chiaro, non sempre vero. Spesso si è figli frutto della violenza, dell’ignoranza, della cattiveria. C’è chi nasce perché viene ordinato su misura nel mercato dell’utero in affitto, chi cerca un giocattolo per la sua solitudine;chi lo compra, chi lo ruba. Ci sta anche questo certamente. E Dio non sempre approva, si arrende alla nostra libertà malata, ma una volta che “la catena della produzione si mette in moto”  (mi si perdoni l’espressione!!!) “il podotto” egli lo faimmediatamente suo, se ne fa vindice e garante. Ne fa un dono e ce lo offre. E’ nato un uomo!Qualcuno lo rifiuta, qualcuno l’abbandona. E allora quel figlio di qualcuno deve diventare FIGLIO NOSTRO. Badate bene: Figlio nostro, patrimonio nostro, non figlio dello Stato, o Figlio della Patria, o Figlio del Partito, come purtroppo la Storia ci mostra.E’ nato un figlio di Dio. Ogni creatura umana ( e non solo) nel progetto di Dio diventa “patrimonio dell’umanità”.

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Siamo a Natale. Noi festeggiamo la nascita di un Bimbo, e presi dalla commozione del tempo ci dimentichiamo che in realtà celebriamo la nascita di un uomo.  Certamente un UOMO SPECIALE “simile a noi in tutto, eccetto il peccato”, dirà di Lui san Paolo. E certamente questa come uomo è la sua particolarità. Per il resto come noi non sfugge alla drammaticità dell’esistenza umana. Anzi per questo è venuto. Di lui sappiamo bene perché è nato “perché il mondo avesse vita eterna … vita in abbondanza”. Non nasce in un hotel a cinque stelle ma in una grotta adibita a stalla. Non è stato programmato: Maria proprio non ci pensava. Sconvolge la vita di due giovani sposi che non avevano grandi sogni di grandezza e di fama; avrebbero avuto certamente dei figli normali, non importa che fossero i più belli e i più intelligenti; fa cose strane che noi diremmo “al di sopra della propria età” e non perché sia un genietto destinato a Harvard all’età di 12 anni. Ha semplicemente una missione da compiere che crescendo fa sempre più propria volontariamente ma non entusiasticamente. Pian piano va comprendendo che la sua vita non sarà una gradevole passeggiata nel mondo. A proprie spese come dirà la lettera agli Ebrei  capisce che la sua missione lo condurrà alla morte sia che guardi indietro alla sua nascita sia che guardi in avanti.Tutto in lui punta là: alla sua morte.Il vangelo di Luca questo tema ce lo martella: “andiamo a Gerusalemme” intesa come il luogo della sua morte. E gli apostoli spaventati e rassegnati lo capiscono bene: “ andiamo a morire anche noi con lui”.

Ma questa è la storia di ognuno di noi se vogliamo prendere la vita in modo serio. Facendosi simile a noi non poteva e non doveva sottrarsi alla tragicità dell’esistenza.Anche lui è gettato nella mischia, nel turbinio  delle libertà singole e dei popoli, nell’accozzaglia di liberta vere e presunte, sane e malate. Anche lui è accolto, discusso, rifiutato e infine ammazzato. Come tanti di noi nella lunga storia dell’umanità.Anche Lui ancora oggi ci chiede di essere Nostro, nostro fratello e figlio, patrimonio dell’umanita’. Anche lui nasce e muore, ma non nel senso del filosofo Heidegger per cui ognuno di noi passa dalla levatrice al becchino. Con la Sua morte e resurrezione ci fa capire il perché della sua nascita. E’ nato perché doveva morire. E’ ovvio che tutti si nasce per poi morire, ma quella morte è speciale: quella morte vince la morte. Da quella morte scaturisce un nuovo senso della storia. In Lui la morte non ha l’ultima parola e da quel momento a ognuno di noi è offerta una nuova prospettiva di vita.

E le parole di Gesù che noi diciamo nella Messa “fate questo in memoria di me” non valgono solo per tramutare il pane e il vino nel suo Corpo e nel suo sangue, ma vanno oltre e ci ricordano che anche noi come Lui esistiamo perché il mondo abbia vita e vita in abbondanza.PER QUESTO GESU’ E’ NATO. PER QUESTO SIAMO NATI.

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Natale e Pasqua sono quindi inscindibili, anche se il nostro essere nel tempo e nello spazio ci obbliga a distanziare il loro ricordo e la loro celebrazione a tal punto che spesso il Natale diventa semplicemente un tempo di più o meno intelligente euforia. Si fa festa perché è nato un Bimbo, anzi spesso si fa festa ignorando che a Natale non nasce soloun Bimbo: nasce l’Uomo Nuovo.

La Nascita di Gesù, come la nascita di ogni uomo, è molto più di un brindisi e di un panettone o se volete va molto al di là anche della stessa tradizionale festa di famiglia che riunisce tutti i figli e i parenti sparsi “ dall’Alpi alle Piramidi, dal Manzannare al Reno”.

Maledetta pandemia, ti odiamo, ma già che ci sei e tardi ad andartene, aiutaci a capirlo. 

BUON NATALE