Natale in carcere

Dopo due anni, finalmente pur nel rispetto delle norme Covid e con numeri contingentatati, è stata concelebrata dal Vescovo Simone Giusti, la Santa Messa di Natale insieme a don Fiordaliso e a frate Cristoforo.  Il Vescovo infatti ha subito evidenziato come il Covid ha reso le visite molto difficoltose, lasciando purtroppo tanti nella solitudine e specie in certi ambienti è quanto mai più intenso il desiderio di essere visitati e sapere che c’è qualcuno che pensa e si preoccupa di me.

Nell’omelia monsignor Giusti a partire dal  brano evangelico ha proseguito ribadendo che c’è qualcuno che si ricorda noi: è l’Onnipotente che ci viene incontro perché non si dimentica mai di noi. “Il carcerato è condannato in una struttura; la condanna però a cui tutti siamo destinati è la morte, e la grazia donata ci offre invece di passare indenni attraverso questa porta. Il giorno di Natale ci ricorda che Dio si è fatto uomo per farci diventare come Lui. Il Bambino ha come casa paterna e materna il Paradiso. Con il Battesimo l’uomo ha quindi la possibilità di partecipare  a questa trasformazione che dalla polvere della morte fa partecipare alla vita eterna”. Pertanto basta scegliere di accettare questa visita del Bimbo che ci accompagna in questo cammino di conversione a lui.

Al termine della celebrazione ai detenuti e al personale penitenziario, sono stati donati dai Cooperatori Paolini i calendari interreligiosi con le festività cristiane, ebraiche e musulmane. La comunità carceraria ha presenze multi religiose infatti, e le immagini che si scorrono nel volgere del tempo presentano scene e personaggi che hanno saputo fare dell’impegno per la giustizia e la pace la loro cura per l’umanità: antidoto all’ingiustizia di genere e di razza , accoglienza verso chi è costretto a migrare e salvaguardia della terra, ristabilimento della verità come balsamo per i traumi.