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“Migranti in mare vanno salvati. Ma l’Ue non lasci sola l’Italia”
L’augurio buon lavoro al governo Meloni, prima donna premier in Italia: “E’ una sfida”. Il dovere di salvare le vite in mare, ma anche una tiratina d’orecchie all’Unione europea, affinché non lasci soli Paesi come l’Italia, la Spagna, Cipro e la Grecia nella gestione dei migranti nel Mediterraneo. E poi la guerra in Ucraina: “Ciò che mi colpisce è la crudeltà”, con una nuova denuncia degli imperialismi e del commercio delle armi, vera piaga che alimenta i conflitti, soprattutto quelli dimenticati, come nello Yemen dove “i bambini non hanno più da mangiare”, in Siria e nel Libano, per il quale Francesco ha rivolto un appello alla riconciliazione nazionale.Ancora: il ruolo pubblico della e la sua uguaglianza rispetto agli uomini: “Se non la riconosce, una società si impoverisce”. Per terminare con la piaga degli abusi nella Chiesa (“mai più coperture”) e i problemi della Chiesa tedesca. Sono questi i principali argomenti toccati dal Pontefice, apparso in buona forma nonostante le fatiche degli ultimi quattro giorni, durante la consueta conferenza stampa durante il volo di rietro dal suo 39.mo viaggio internazionale. Un viaggio che negli oltre 50 minuti di colloquio con i giornalisti (Fancesco, giunto nel settore stampa dell’ereo sulle sue gambe, si è poi seduto per rispondere), il Papa ha definito “di incontro”, nel segno del “dialogo interreligioso con i musulmani e del dialogo ecumenico con Bartolomeo” (il patriarca di Costantinopoli, ndr), rivelando anche l’inedito particolare di come è nata l’idea del documento di Abu Dhabi: conversando a tavola con il grande imam di Al Azhar che gli aveva fatto visita in Vaticano.
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