Migranti

Scontro. Ormai aperto. Con tanto di ultimatum: “Se il governo dovesse impugnare l’ordinanza, faremo valere le nostre ragioni nelle sedi opportune (cioè la magistratura, ndr). Se invece dovesse venire incontro alla nostra legittima richiesta, può chiederci qualche giorno di tempo per ricollocare i migranti e mettere i sigilli a tutti centri di accoglienza della Sicilia. Se non lo fa, lo faremo noi”. Il governatore della Regione Sicilia Nello Musumeci si mette insomma in trincea e attacca: “Il Viminale dice che la competenza non è nostra? Agisca di conseguenza, perché è fuorilegge. Quei luoghi non rispettano le regole e le norme di sicurezza sanitaria”. E ancora: ”Faccio appello al governo centrale perché la smetta di mostrare i muscoli e faccia il proprio. Andremo avanti, consapevoli di essere dalla parte della ragione”. Così il governatore siciliano sfida ancor più apertamente l’esecutivo, giurando di non essere mosso da “nessun pregiudizio di carattere politico”.

Passo indietro, ricapitoliamo. Il presidente della Regione firma un’ordinanza che dispone la chiusura entro ventiquattr’ore dei centri d’accoglienza per migranti in Sicilia, portando via gli stranieri con aerei o navi e blindando l’Isola a qualsiasi tipo di nuovo sbarco. Il Viminale gli fa notare come le disposizioni siano largamente fuori dai poteri d’un presidente di Regione (sugli sbarchi decide lo Stato), tanto meno un governatore può comandare qualcosa ai Prefetti. E già pochi giorni fa l’assessore siciliano alla Sanità aveva “vietato” l’uso di tensostrutture nell’accoglienza dei migranti, perché incompatibili con le norme anticovid.

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