Le parole della festa
Mentre Gesù stava in preghiera, il cielo si aprì
Battesimo del Signore

Dal Vangelo secondo Luca 3, 15-16. 21-22
In quel tempo, poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco».
Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».
“Tu sei il Figlio mio amato”. Sono le parole conclusive del Vangelo della festa del Battesimo di Gesù e con queste parole concludiamo il tempo del Natale. Non c’è più niente di meraviglioso che sentirsi amati gratuitamente. L’amore è centrale nella vita, senza amore non viviamo ed il regalo più bello che abbiamo ricevuto a Natale è che siamo l’amati.
Nessuno è sbagliato in sé, possiamo sbagliare nelle piccole o nelle grandi cose, tuttavia ciò non è quello che ci caratterizza. La nostra identità più profonda è che noi siamo l’amati. La nostra identità non è data dal fatto di essere “bravi” o “cattivi”, la nostra identità è data dal fatto che ciascuno di noi è un figlio amato dal Signore, una figlia amata dal Signore. “Egli ci ha salvati, non per opere giuste da noi compiute, ma per la sua misericordia”, dice san Paolo. Siamo l’amati non per particolari meriti acquisiti – non per opere giuste – bensì perché Dio, in Gesù Cristo, ci ha amati per primo.
Il cristiano non ama chi se lo merita, ama chiunque incondizionatamente. Il cristiano sa che ciascuno è sempre nel cuore di Dio Padre e ci considera sempre suoi figli. Questa identità noi non la perdiamo mai, neanche quando decidiamo di non amare più Dio.