Mentimeter e Kahoot

Dopo molti mesi spesi online, tra incontri in piattaforma, seminari e riunioni organizzative – stretti nei quadratini della comunicazione via schermo – abbiamo certamente imparato una lezione: la comunicazione online non è la mera trasposizione della comunicazione in presenza. Essa è, al contrario, una comunicazione che va progettata, arredata e costruita proprio come quando – in vista di un incontro in presenza – scegliamo un video-stimolo, sistemiamo le sedie in cerchio, studiamo tecniche di attivazione dei partecipanti capaci di avviare la conversazione e il confronto, ma anche di sostenere l’ascolto profondo.

Ecco, la partecipazione nella distanza va costruita con attenzione.

Due strumenti ci vengono in aiuto. Si tratta di Mentimeter e Kahoot.

Il primo consente di attivare momenti di ingaggio a distanza (molto utili anche quando la sessione è in presenza, contando sull’uso dei dispositivi digitali personali, primi tra tutti gli smartphone) attraverso sondaggi e questionari. Diverse sono le forme possibili:

  • un sondaggio nel quale esprimere una scelta tramite un pulsante,

  • la raccolta di pensieri e punti di vista (in forma anonima) nella forma della bolla (o bubble) dove si aggiungono post-it chiari e scaricabili,

  • un questionario con più domande,

  • la gestione di un brainstorming.

L’esito può essere discusso immediatamente in aula e scaricato successivamente per consegnare ai partecipanti il prodotto del lavoro o per ritornare, come educatori, su quanto emerso (da soli o in un incontro successivo).

Trattandosi di un tool agile e veloce, la creazione di un sondaggio (la sua presentazione al pubblico) è semplice e consente di produrre un link o un codice che vale due giorni (a testimoniare il fatto che la creazione del sondaggio può avvenire in aula, mentre parliamo).

Kahoot, invece, nasce in ambito educativo e di scuola, più che in quello formativo e accademico, e consente di creare veri e propri quiz con immagini, un tempo di risposta e premi finali con tanto di podio e tempi ottenuti dai singoli partecipanti.

E’ possibile creare quiz su qualsiasi tema, inserendo le domande e le possibili risposte (vero o falso, oppure alcune opzioni tra cui scegliere), utilizzando la repository di immagini gratuite a disposizione o utilizzando le proprie. L’impiego è molto ampio, anche in pastorale:

  • un quiz può sondare le conoscenze in entrata, ma anche verificare le conoscenze in uscita (dopo un percorso),

  • un quiz può essere creato in piccolo gruppo per mettere a frutto quanto appreso, utilizzando anche materiali di diverso tipo per studiare mentre si crea il prodotto finale,

  • un quiz può attivare la curiosità per un tema, magari come lancio di una giornata di lavoro con gli adolescenti.

Diverse, dunque, le finalità. In tutti i casi la logica è quella della gamification che sfrutta tutti i meccanismi del gioco e nello specifico del videogioco: la sfida, l’uso di pulsanti tramite gli smartphone dei giocatori che devono scegliere il colore abbinato alla risposta, un sottofondo musicale incalzante, i punteggi visibili dopo ogni gara e una sana forma di competizione tra i partecipanti. Aspetti che funzionano bene con i più piccoli, ma anche con gli adulti.

guarda il videohttps://youtu.be/-c4vWmK_4Ss