Menti violentate, corpi innocenti profanati

Oltre l’orrore immaginabile. Profanare i corpi dei bambini va al di là di tutto, oltre la furia omicida di un folle attacco terroristico, supera l’orrore della guerra, di ogni guerra. Centinaia di corpi massacrati da una furia bestiale nel kibbutz di Kfar Aza, corpi su cui si sono scagliati i miliziani di Hamas, sabato mattina. Donne e uomini crivellati di colpi, alcuni bruciati. E poi ci sono i bambini, anche neonati. Uccisi – alcuni decapitati – da altri bambini o poco più, da ragazzi arruolati per missioni spesso suicide imbevuti da quell’odio ideologico che goccia dopo goccia ha corroso loro mente e vita, profanando entrambe.

Menti violentate oltre l’immaginabile che profanano corpi innocenti. Alimentando così, secondo una precisa strategia, la rabbia e il dolore e la violenza in una spirale di morte che c’è chi vorrebbe non avesse mai fine. Perché colpire i più innocenti fra gli innocenti è colpire tutto e tutti. Colpire il mondo intero, che ancora una volta perde la sua infanzia. Ma l’unica risposta possibile per interrompere il gioco al massacro del terrorismo fondamentalista è provare a non lasciarsi intossicare dal suo veleno. Senza cedere al “non senso” dell’orrore, senza rispondere al ricatto del terrore con altro dolore innocente.