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L’ostensorio con la particola rubata
Nel Miracolo Eucaristico di Digione, una signora acquistò un ostensorio che per sbaglio conteneva ancora l’Ostia magna. La donna decise di utilizzare un coltello per rimuovere l’Ostia che cominciò a stillare vivo Sangue che si asciugò immediatamente, lasciando impressa l’immagine del Signore assiso su un trono semicircolare con ai lati alcuni strumenti della Passione. La Particola si mantenne intatta per oltre 350 anni, fino a quando non venne distrutta dai rivoluzionari nel 1794.
Nel 1430, a Monaco, una donna acquistò presso un rigattiere un Ostensorio, quasi sicuramente rubato, poiché conteneva ancora l’Ostia magna per l’adorazione. La donna, essendo molto ignorante riguardo la presenza reale di Cristo nell’Eucaristia, decise di rimuovere dall’Ostensorio la Particola con un coltello. Improvvisamente l’Ostia cominciò a stillare vivo Sangue che si asciugò immediatamente, lasciando impressa l’immagine del Signore assiso su un trono semicircolare con ai lati alcuni strumenti della Passione. La donna, sconvolta, si recò dal canonico Anelon che trattenne l’Ostia presso di sé. L’episodio ben presto venne a conoscenza anche del Papa, Eugenio IV, che volle donare l’Ostia miracolosa al duca Filippo di Borgogna, che poi ne fece dono alla città di Digione. Sappiamo con certezza che nel 1794 l’Ostia miracolosa si trovava ancora presso la Basilica di San Michele Arcangelo, ma il 9 febbraio di quell’anno, il comune di Digione requisì la chiesa per consacrarla a tempio della nuova setta «la Raison», cioè della «dea ragione». L’Ostia miracolosa venne bruciata. Numerosi sono i documenti e le opere d’arte che illustrano il Miracolo come ad esempio una delle vetrate della Cattedrale di Digione in cui è raffigurata la scena principale del Prodigio