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Lo sviluppo lineare e coerente del magistero di Francesco
Le parole del Papa sull’omosessualità stupiscono solo chi dimentica la frequenza e la linearità dei suoi interventi in questi anni. Quello più circostanziato nell’Esortazione postsinodale Amoris laetitia (n.250), dove scrive tra l’altro: «Desideriamo innanzi tutto ribadire che ogni persona, indipendentemente dal proprio orientamento sessuale, va rispettata nella sua dignità e accolta con rispetto, con la cura di evitare ogni marchio di ingiusta discriminazione». Non va però dimenticato che nel paragrafo successivo ribadisce che non esiste alcun fondamento per progetti di equiparazione tra matrimonio e unioni gay (aprile 2016). Nessuna confusione quindi. L’accoglienza alle persone omosessuali non è mai proposta in contrapposizione alla verità della famiglia eterosessuale. «Maternità e paternità sono dono di Dio – ribadisce all’Associazione Famiglie numerose il 28 dicembre 2014 – ma accogliere il dono, stupirsi della sua bellezza e farlo splendere nella società, questo è il compito dei genitori». Concetto poi espresso in altre decine di occasioni. Tornando al tema omosessualità, la frase forse più celebre è quella del 28 luglio 2013: «Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, chi sono io per giudicarla?». La sottolineatura sull’aereo di ritorno dal viaggio apostolico Brasile, in occasione della XXVIII Giornata mondiale della Gioventù. Uno scandalo? Anche nei confronti delle persone omosessuali Francesco non dimentica che «la misericordia è la pienezza della giustizia e la manifestazione più luminosa della verità di Dio» (AL 311).
Il 26 giugno 2016, durante la conferenza stampa sull’aereo di ritorno dal viaggio apostolico in Armenia, torna sul tema. «Io ripeterò la stessa cosa: che (gli omosessuali, ndr) non vanno discriminati, che devono essere rispettati, accompagnati pastoralmente. Dobbiamo accompagnare bene, secondo quello che dice il Catechismo». E subito dopo aggiunge: «Io credo che la Chiesa non solo debba chiedere scusa a questa persona che è gay, che ha offeso, ma deve chiedere scusa anche ai poveri, alle donne e ai bambini sfruttati nel lavoro».
Il 21 maggio 2018 riparla del rapporto tra Chiesa e gay incontrando un omosessuale cileno, Juan Carlos, come riferisce il quotidiano spagnolo El Pais. Queste le parole di Francesco: «Juan Carlos, che tu sia gay non importa. Dio ti ha fatto così e ti ama così e non mi interessa. Il papa ti ama così. Devi essere felice di ciò che sei». Juan Carlos Cruz fu vittima di don Fernando Karadima, parroco pedofilo che oggi ha 87 anni e che è stato all’origine dello scandalo che ha scosso la Chiesa cilena. I suoi abusi, in particolare, sarebbero stati nascosti dalle gerarchie, fra queste dal vescovo di Osorno, Juan Barros. Il 26 agosto 2018, sull’aereo di ritorno da Dublino dove si è tenuto l’Incontro mondiale delle famiglie, papa Francesco spiega: «Cosa direi io a un papà che vede che suo figlio o sua figlia ha quella tendenza? Io gli direi anzitutto di pregare: prega. Non condannare, dialogare, capire, fare spazio al figlio o alla figlia. Fare spazio perché si esprima. Ma io mai dirò che il silenzio è il rimedio: ignorare il figlio o la figlia con tendenza omosessuale è una mancanza di paternità e maternità. Tu sei mio figlio, tu sei mia figlia, così come sei; io sono tuo padre e tua madre, parliamo (…). Perché quel figlio e quella figlia hanno diritto a una famiglia».
Tra gli altri interventi, quelli del 28 maggio 2019, quando incontra un gruppo di persone che partecipano al programma della Bbc chiamato Pilgrimage: «Siamo tutti esseri umani, abbiamo dignità, se una persona ha una tendenza o un’altra, questo non toglie la sua dignità di persona», dice tra l’altro Francesco. E poi di nuovo il 30 settembre dello stesso anno, ricevendo in udienza il gesuita padre James Martin, autore del libro del 2017Costruire un ponte: Come la Chiesa cattolica e la comunità LGBT possono entrare in una relazione di rispetto, compassione e sensibilità(Marcianum press 2017) Infine il 16 settembre scorso, accogliendo al termine dell’udienza generale del mercoledi un gruppo di genitori con figli lgbt, sottolinea: «Il Papa ama i vostri figli così come sono. E anche la Chiesa li ama».