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L’Italia è il Paese con il più alto numero di NEET dell’Unione europea
Il Recovery Plan italiano evidenzia come i giovani siano, evidentemente, tra le categorie più colpite dalle ricadute sociali ed economiche dell’epidemia legata al coronavirus ancora in corso.
Stando, ad esempio, ai dati Istat di febbraio 2021, il tasso di occupazione tra i 15 ed i 25 anni è diminuito di 14,7 punti percentuali in un anno, oltre tre volte il valore medio nazionale. I 25-34enni hanno perso, infatti, complessivamente 258 mila posti di lavoro dal febbraio scorso (-6,4 per cento) su un totale di 945 mila.
Sono aumentati anche i giovani che non lavorano e non sono iscritti a nessun corso di studio o di formazione (i “famosi” NEET). Se prima della pandemia i NEET erano circa 2.003.000, già nel quarto trimestre del 2020, erano saliti a 2.066.000.
Secondo Eurostat, nella fascia di età tra i 20 ed i 34 anni, l’Italia è, tristemente, il Paese con il più alto numero di NEET dell’Unione europea: noi arriviamo a ben il 27,8 per cento contro una media Ue del 16,4 per cento
La mancanza di prospettive certe e di opportunità di sviluppo nel nostro paese si manifesta, quindi, sia nell’elevato tasso di emigrazione giovanile, sia nei risultati dell’indagine OCSE-PISA che certificano i ritardi (ormai cronici?) nelle competenze rispetto ai ragazzi degli altri Paesi europei.
In questo quadro poco confortante le azioni del Recovery Plan italiano si propongono di recuperare il potenziale delle nuove generazioni e a costruire un ambiente istituzionale, e di impresa, in grado di favorire il loro sviluppo ed un loro “nuovo” protagonismo all’interno della società.
Uno strumento certamente utile, e da implementare ulteriormente, è rappresentato da Garanzia Giovani il cui portale dedicato è stato, proprio nei giorni scorsi, profondamente rinnovato con una veste grafica ridisegnata e contenuti aggiornati.
Nuovi strumenti di comunicazione che, ci si auspica, servano a rilanciare l’ambizioso programma lanciato dalla Commissione europea nel 2013 per favorire l’inserimento dei giovani nel mondo lavoro.
A distanza di quasi 10 anni, infatti, sembra esserci ancora la necessità diffondere la conoscenza e le opportunità del programma ai ragazzi anche grazie alla condivisione di esperienze e testimonianze di percorsi andati “a buon fine”, oltre alla necessità di dare consigli e informazioni utili per la partecipazione alle varie iniziative in campo.
Un’azione di promozione che senza dubbio dovrà interessare anche le aziende che, ancora troppo spesso, con conoscono i servizi ed i vantaggi collegati alla Garanzia Giovani.
Il paese, insomma, non potrà uscire da questa crisi senza scommettere sui suoi giovani. Alcuni strumenti per provarci, e magari riuscirci, già li abbiamo. È adesso il momento di utilizzarli al meglio e sfruttare, come troppo spesso accaduto in passato, tutte le potenzialità che questi hanno.