L’ipotesi allo studio

Le indiscrezioni si rincorrono per tutto il giorno, compresa quella, riportata da agenzie di stampa, sulla ripresa delle celebrazioni liturgiche pubbliche dall’11 maggio. Ma è sera quando, dai palazzi della politica, arrivano alcune conferme sulle concrete ipotesi allo studio del governo circa la ripresa delle Messe in condizioni di sicurezza, al centro dell’interlocuzione con la Conferenza episcopale italiana. «L’orizzonte temporale possibile», così lo definiscono diverse fonti interpellate da Avvenire, è compreso dentro il mese di maggio, ma la valutazione finale dovrà essere «necessariamente legata all’andamento della curva epidemiologica». Se i dati sul contagio da Covid-19 non dovessero risalire – argomentano le medesime fonti –, le date su cui si ragiona in seno all’esecutivo, con l’ausilio del Comitato tecnico scientifico, sono quattro. La prima, lunedì 4 maggio, è certa (perché prevista nell’ultimo Dpcm) e riguarda la ripresa della celebrazione dei funerali. Le altre tre sono al momento oggetto di valutazione e confronto: si tratta del lunedì seguente, l’11 maggio, per la possibilità di celebrare l’Eucaristia all’aperto (si partirebbe con le liturgie feriali); e del 18 – o «più realisticamente», dice una fonte qualificata –, del 25 maggio, per il ritorno delle celebrazioni all’interno delle chiese in condizioni di sicurezza (compresi il distanziamento fra i fedeli, guanti e mascherine, sospensione di alcuni gesti liturgici come lo scambio della pace).

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