L’intervista a Angelelli (CEI)

Pareva finita, invece ci siamo ancora dentro. Il Covid non molla la presa e costringe a tenere aperti conti che si riteneva di poter portare a bilancio. Vale anche per la Pastorale della salute, che nei 30 anni della Giornata del malato – che la istituì – è sempre più parte viva di una sanità in continua emergenza, non più solo accanto ma insieme ai malati, nella loro condizione reale di vita. È uno degli assiomi di don Massimo Angelelli, direttore dell’Ufficio Cei per la Pastorale della salute, con una rete di cappellani, volontari e operatori in tutta Italia.Cosa stanno registrando i vostri sensori sul campo?Non siamo usciti dalla pandemia, e intanto il Pnrr non sembra considerare le risorse umane puntando su strutture e strumenti. Il Servizio sanitario nazionale ha perso appeal, sempre meno giovani decidono di investire la loro vita su queste professioni. La Pastorale della salute affianca tutti i sanitari in questa fase complessa: siamo già accanto a loro di giorno e di notte nelle corsie degli ospedali.

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